CASALE – Sabato 20 novembre, presso la sede del Mutuo Soccorso fra Artisti e Operai di via Beretta, si è svolto il congresso cittadino del Circolo del Partito Democratico.
L’importante momento congressuale, arriva dopo un periodo molto complesso per la formazione democratica casalese, a seguito delle vicende elettorali del 2019 e il lungo commissariamento, reso ancora più lungo dalla pandemia, che per diverso tempo ha impedito qualsiasi tipo di assembramento.
In apertura dei lavori, avviati con l’insediamento della presidenza, ci sono stati gli interventi di rito: il Commissario facente funzioni, Alessandro Portinaro, ha relazionato sul lavoro sin qui svolto e sul percorso che ha portato al momento congressuale, in cui la parola, sulla conduzione del principale partito di opposizione in Città, è stata rimessa a tutti gli iscritti. Tra gli intervenuti, hanno portato il saluto e le proprie riflessioni, il Segretario provinciale del PD, Otello Marilli e il Consigliere regionale Domenico Ravetti.
Dopo un iniziale richiesta se fosse individuabile una candidatura unitaria, sono subito emerse due mozioni politiche, formalizzate, la prima a sostegno di Johnny Zaffiro e la seconda, in ordine di presentazione, a sostegno di Gabriele Farello, entrambe figure già note nel panorama del centro-sinistra casalese.
Al termine della votazione congressuale, a partire dalle ore 14:30 è iniziato lo spoglio, che si è concluso con 149 votanti, su una platea di aventi diritto di poco sopra i 200 iscritti, e che hanno visto vincitore Johnny Zaffiro, con 80 voti, rispetto a Gabriele Farello, con 69 preferenze.
“Il primo dato è stato“, commenta il neoeletto Segretario Zaffiro, “quello della partecipazione. Siamo forse uno dei pochi partiti che mette in pratica la democrazia, non ha paura di vedere la presentazione di più mozioni/posizioni, che è anzi sintomo di dialettica interna e una formazione politica organizzata non dovrebbe mai avere timore di portare posizioni e idee diverse a confronto. Diversi sono stati gli interventi degli iscritti, tutti importanti e di supporto alla crescita del Partito, cosa che per me rappresenta motivo di orgoglio“.
Prosegue poi, “da questo momento in poi, insieme, cercheremo di mettere tutte le forze in campo per il nostro amore della politica, stando in mezzo alla gente ad ascoltarla, trovando soluzioni e risposte per fare realmente il bene comune di tutti. Abbiamo una responsabilità enorme, visto il periodo in cui viviamo, e ringrazio tutti coloro, a partire da Gabriele Farello, che si sono messi a disposizione, perché tutti i nostri iscritti e candidati sono risorse per Casale e per il territorio monferrino“.
“A livello organizzativo, quello che metteremo in campo non sarà improvvisato o estemporaneo come l’amministrazione delle destre sta sottoponendo la Città: sarà volto alla ricerca di un nuovo progetto, perché l’organizzazione interna sarà determinante e si potrà fare mettendo le nostre competenze, professionalità, capacità ed esperienze a frutto. La struttura sarà semplice ed efficiente: proporrò di costituire commissioni su obiettivi tematici, un lavoro che poi sarà congiunto con incontri tematici volti non solo alla progettazione, ma anche agli interventi puntuali per la città e il territorio. Sicuramente uno dei primi progetti sarà orientato al rinnovamento: promuoveremo la rinascita del gruppo dell’organizzazione giovanile, per determinare quelli che saranno i futuri amministratori del nostro territorio“, dice commentando più nello specifico la linea sulla Città.
“Importante sarà il lavoro, che metteremo ai primi posti della nostra agenda politica, sul territorio. Fondamentale sarà, poi, il parlare e ascoltare le istanze dei Comuni di tutto il Monferrato, vera grande risorsa, come lo sarà articolare i progetti su quello che è oggi un problema da sempre sottovaluto: il calo demografico che è una vera e propria emorragia di giovani, di intelligenze, di donne e di uomini, con conseguente impoverimento sociale, ambientale ed economico, difficilmente colmabile a breve termine. Arginare questa emorragia su tutto il territorio sarà la nostra grande sfida, tenere i nostri giovani, i nostri figli, mettendogli a disposizione strumenti e spazi, seguendo un modello di sviluppo sostenibile, partendo dal lavoro, i diritti, i servizi sociali, la sanità, la scuola, i trasporti e il turismo, sempre mettendo al primo posto, dei nostri pensieri, le fasce più deboli. Il Monferrato non può presentarsi diviso a una sfida così importante e determinante per il suo futuro“, ha concluso Zaffiro.
Nel corso della giornata, sono poi arrivati messaggi e auguri di buon lavoro da amministratori locali e dagli altri segretari dei circoli PD della provincia di Alessandria.
L’INTERVENTO DI FARELLO
In prima battuta, desidero porgere pubblicamente i miei migliori e sinceri auguri di buon lavoro a Johnny Zaffiro, neo segretario del circolo PD di Casale Monferrato.
Di seguito il testo della mozione che ho presentato durante lo svolgimento del congresso di sabato 20 novembre presso i locali del Mutuo Soccorso.
Carissime e carissime,
ringrazio per l’opportunità di poter presentare le istanze di tante persone attraverso questa mozione per la lista Insieme PD.
Innanzitutto dobbiamo capire chi siamo e chi vogliamo rappresentare, o meglio, quali strati della società desideriamo rappresentare.
Una volta compreso questo, sarà possibile studiare un piano e quindi perseguirlo.
Chi siamo.
Siamo cittadine e cittadini, di Casale e del Monferrato. Siamo Profondamente radicati e legati al nostro territorio: siamo una comunità.
Siamo votati al progresso, alla modernità e alle novità. Siamo “freschi” e abbiamo il coraggio e le capacità per non limitarci al nostro compitino.
Chi vogliamo rappresentare.
“Vola solo chi osa farlo”, così scriveva Luis Sepulveda, scomparso un anno fa a causa del Covid, nella “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”. È un racconto che insegna la capacità di accettare ciò che è diverso da noi e, nel caso del nostro partito, del Partito Democratico, accettare i punti di vista di tutti, purché a favore della nostra comunità.
Sempre dal libro: “È molto facile accettare e amare chi è uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è molto difficile”.
Come nel racconto, dobbiamo uscire dalla nostra zona di comfort e incontrare le persone, ascoltarle per creare opportunità: con pazienza, senza supponenza, senza senso di superiorità, ma solo tanta umiltà e desiderio di capire.
È quindi necessario aprire una fase di rilancio, di riapertura e riorganizzazione di un nuovo progetto politico.
Un progetto che sappia ricostruire a rafforzare il Partito Democratico e il centro-sinistra con le persone che lo compongono; che sia in grado, soprattutto, di raccogliere le spinte che vengono dalla società. Al bando l’idea che le novità nascono distruggendo l’esistente.
Il nostro futuro è qui e per questo motivo intendiamo essere artefici di questo futuro, nostro, delle nostre famiglie, di chi ci circonda e di chi verrà dopo di noi.
La Politica, quella con la P maiuscola, per noi non è né una professione né un hobby: per noi la Politica è servizio.
Noi siamo per un centro-sinistra che guarda le persone negli occhi, che vive la società, i problemi quotidiani e che cammina in mezzo alle persone.
Serve una connotazione di rinnovamento, coerente con il percorso intrapreso dalle elezioni comunali, un percorso non semplice, ma che comunque ha coinvolto tante nuove persone e le liste più giovani, diversi dei quali si sono iscritti per la prima volta al Partito Democratico.
Come farlo.
A noi interessa costruire con responsabilità. Unire. La condizione per ripartire dopo un commissariamento sarebbe quella dell’unità e della condivisione.
Pensiamo a un Partito Democratico aperto, a una forza politica che si organizza e che sia aperta alle persone. Aperta a tutte e a tutti, anche a chi non si riconosce del tutto nel PD.
Ho avuto il privilegio e l’onore di conoscere Lidia Menapace. Lidia è stata partigiana, docente, scrittrice e Senatrice della Repubblica; raccontava che la politica è servizio, impegno civile e rispetto per le istituzioni. Diceva che la Politica è bellezza.
È inutile lamentare i malfunzionamenti della società senza farsi carico di un pezzettino di responsabilità. Così come, secondo una fiaba, mentre la savana brucia e il leone scappa, il colibrì torna indietro con una goccia d’acqua per dare il proprio contributo a spegnere l’incendio.
Giovanni Falcone affermava che “La stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare”. Ecco, siamo noi quelli del “fare”.
Noi stessi dobbiamo diventare la tipologia di cittadini che desideriamo rappresentare: studenti, giovani e meno giovani, lavoratori, operai, professionisti, pensionati. Non caste o classi sociali, ma donne e uomini che ogni giorno vanno a lavorare, cercano lavoro o che lo perdono, che si occupano della famiglia e hanno problemi.
“La politica riguarda la vita di tutti i giorni, quello che vogliamo, quello che sogniamo, quello che desideriamo per chi ci sta accanto”. È una frase di Jeremy Corbyn, ex leader del Partito Laburista britannico.
Quest’amministrazione, così come in campagna elettorale, è a trazione maschile, così come i posti chiave della giunta sono a caratterizzazione maschile. Gli assessorati e le deleghe di maggior peso, il vicesindaco, la presidenza del consiglio comunale, il capo di gabinetto, l’addetto stampa, le presidenze di AM+, Energica e Cosmo… il sindaco stesso: sono tutti ruoli occupati da uomini e questo non è più accettabile.
È necessario, ora più che mai, mettere in campo un progetto per la città. Ripartire da certe domande e costruire sulle risposte.
Per esempio: Quale futuro per la Casale del 2040? Come rendere Casale Monferrato una città europea e contemporanea? Come rilanciare l’economia locale?
Sono esempi, e chissà quante altre domande possono nascere incontrando cittadine e cittadini. La vita è un incontro.
Insomma, a noi interessa porre domande e ottenere risposte, dal basso, dai cittadini. Per questo dobbiamo ridiscutere, rinnovare e rilanciare il nostro riformismo.
Ci sarà un grande rinnovamento, con nuove proposte, nuove idee, e noi ne saremo protagonisti.
Dobbiamo mettere a disposizione della città e della comunità le nostre competenze, le nostre capacità e la nostra esperienza.
Concludo con un estratto di un intervento di Aldo Moro durante la Costituente, spazientito per l’eccessivo protrarsi dei lavori. Il tema è proprio la costruzione di una casa comune:
“Elaborando il progetto di Costituzione e preparandoci a votarlo come adesso facciamo, noi attendiamo ad una grande opera: la costruzione di un nuovo Stato.
Se lo Stato è — com’è certamente — una forma essenziale e fondamentale di solidarietà umana, costruire un nuovo Stato vale quanto prendere posizione intorno ad alcuni punti fondamentali inerenti alla concezione dell’uomo e del mondo.
Non dico che ci si debba dividere su questo punto, partendo ciascuno da una propria visione ristretta e particolare; ma dico che se nell’atto di costruire una casa nella quale dobbiamo ritrovarci tutti ad abitare insieme, non troviamo un punto di contatto, un punto di confluenza, veramente la nostra opera può dirsi fallita. Divisi — come siamo — da diverse intuizioni politiche, da diversi orientamenti ideologici, tuttavia noi siamo membri di una comunità, la comunità del nostro Stato e vi restiamo uniti sulla base di un’elementare, semplice idea dell’uomo, la quale ci accomuna e determina un rispetto reciproco degli uni verso gli altri.”
Mi permetto di aggiungere: la Politica è bellezza.
Gabriele Farello, 20/11/2021