Carissimi diocesani,
con umiltà e con cuore di credente e di pastore mi rivolgo a voi e vi dico: annuntio vobis gaudium magnum! Sì, vi annuncio una grande gioia; anzi, due stupende notizie. E la prima è che Cristo è risorto, che anche quest’anno vivremo l’evento della Risurrezione di Gesù da morte. E poi vi annuncio che abbiamo di nuovo un Pastore: il Papa Francesco. Le due “buone notizie” si intrecciano e sono fonte di gioia e di speranza. Il cuore dell’antico inno liturgico della lettera ai Filippesi (Fil 2, 8-9) fa da guida lungo tutta la settimana santa e introduce il credente nell’esperienza pasquale. Cristo per noi si è fatto obbediente fino alla morte, addirittura la morte di croce. Perciò il Padre l’ha esaltato e gli ha conferito il nome che è al di sopra di ogni altro nome. Sì, il cammino quaresimale è per giungere alla Pasqua. Il culmine della celebrazione pasquale è il “Triduo”, dal Giovedì santo alla Domenica di Risurrezione. Occorre notare che il “Triduo Pasquale” non significa tre giorni di preparazione alla Pasqua, ma equivale alla “Pasqua celebrata in tre giorni”, la Pasqua nella sua totalità, come “passaggio” dalla Passione e Morte e Sepoltura allo splendore della Risurrezione.
Pasqua, dunque, come passaggio. Lo è stato per Cristo, lo è per la Chiesa, lo deve essere per ciascuno di noi!
E proprio questo evento che è la nostra salvezza ci testimonia Papa Francesco, fin dalla sua prima omelia. Ci presenta in sobria sintesi ciò che è essenziale perché venga ad esistere una vita davvero cristiana. Propone quattro verbi: camminare, edificare, confessare e pregare. E un pilastro: la Croce di Gesù Cristo… Ancora una volta, carissimi, ci è donata chiarezza di luce e di grazia, di speranza, di possibilità di cambiare la nostra storia di uomini che vivono nel recinto della morte; e questa possibilità e ricchezza ci è offerta dalla consapevole partecipazione alla liturgia pasquale che “fa memoria e rende presente” l’evento pasquale. La Chiesa casalese ringrazia Dio per il dono grande del nuovo Papa; si stringe a Lui, per Lui prega; si sente in sincera e profonda comunione con Lui, attende con docilità il suo magistero, pronta ad accoglierlo e a metterlo in pratica. Alla Messa per l’inizio del pontificato, martedì 19 marzo, ho portato con commozione e affetto tutta la nostra amata diocesi. Sia a tutti di grandissimo conforto la preghiera di Gesù al Padre a favore dei suoi discepoli: “Voglio che tutti quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria” (Giovanni, 17,24).
Lode a gloria a Te, Cristo.
morto e risorto per la nostra salvezza,
per la nostra risurrezione!
Alleluia!
+ Alceste Catella, vescovo