CASALE – Quello che stanno compiendo i professionisti e le maestranze de La Fabbrica di Santa Caterina è un intervento di cura e conservazione, ma anche di ricerca su uno dei principali capolavori architettonici della città di Casale Monferrato. Vedere da vicino il lavoro di recupero conservativo su paraste, pinnacoli, fregi, volute e capitelli della facciata permette di intravedere il risultato finale, che sarà visibile a tutti tra un paio di mesi. Come per le cupole, il tamburo e la lanterna, anche questa volta la “farfalla” è avvolta da un bozzolo bianco, impreziosito da un ledwall, che diventa fondamentale per rispondere alle esigenze di comunicazione del restauro e dei partner sostenitori dell’importante intervento di salvaguardia dello splendido monumento barocco. I lavori effettuati iniziano dalle puliture, passando poi per la messa in sicurezza, integrazione di ornati e fastigi, eliminazione di cavi di rete fissati alle cornici, rinnovo di tutte le lattonerie, ripresa degli intonaci ammalorati e rifacimento di quelli cementizi che purtroppo si sono rivelati non efficacemente traspiranti.
«Nel complesso è evidente come parti di intonaco siano state rifatte, nel corso dei precedenti interventi di restauro, con malte improprie. Sono anche attualmente leggibili sugli ornati, in particolare sui capitelli, diverse integrazioni, non riconducibili ad un’unica fase di intervento», ci raccontano Enrica Caire e Simone Giordano salendo piano dopo piano sull’imponente ponteggio che domina l’affaccio su piazza Castello.
Iniziamo la nostra visita soffermandoci su alcuni particolari degni di nota, che hanno richiesto una maggiore attenzione nella cura del restauro. Si parte dalla cima, da cui si ammirano i tetti della città di Casale avvolti da un sole primaverile. Lì troviamo i pinnacoli smontati, con i campioni di pietra per la ricostruzione puntuale. Alcuni degli elementi originali, chiaramente provenienti da materiali di recupero, saranno probabilmente destinati alla musealizzazione. Sul pinnacolo centrale è stato compiuto anche un restauro conservativo dei pregevoli fregi. Uno dei due laterali ha già subito interventi di pulizia e consolidamento: una volta completato, tornerà a svettare nella sua forma originaria, che sembra voler rappresentare una fiamma. E se fosse un tulipano?
Al piano di sotto troviamo l’apparato decorativo del timpano: attraverso un’attenta campagna di saggi stratigrafici, indagini di laboratorio e accurato lavoro di pulitura, è stato possibile individuare la finitura originale. Si svela dunque l’antico colore della chiesa, ossia un rosa pallido.
Anche i capitelli che impreziosiscono la facciata hanno subito un intenso intervento: sono visibili la rimozione degli elementi incoerenti, oltre al trattamento dei ferri interni con conseguente pulizia e ripristino. Stesso trattamento per le cornucopie del fregio centrale: alcuni frutti sono stati rimossi e verranno reinstallati con nuovi innesti. Atra scoperta importante sopra la grande finestra centrale: una corona con le palme del martirio, che rappresenta Santa Caterina d’Alessandria.
L’elenco dei lavori effettuati e descritti nel corso della visita meriterebbe pagine e pagine, ma per ora ci fermiamo qui, accarezzando il pensiero di rivedere presto la facciata di Santa Caterina che, riportata al suo antico splendore, torna ad impreziosire un angolo del centro storico cittadino.
«Un cantiere più impegnativo del previsto, condotto con grande professionalità dall’intero team di progettisti e restauratori, che sta volgendo al termine. Ora abbiamo davanti due mesi di lavoro intenso per ultimare le finiture. Questo intervento sulla facciata principale è stato occasione di coinvolgimento di nuovi partner, che si sono fatti avanti per contribuire alla salvaguardia di un gioiello della nostra Città. Il successivo lotto di lavori, per il quale è stata mantenuta la torre di ponteggio interna dai precedenti interventi sulla lanterna, riguarderà gli affreschi della cupola maggiore: l’importo, tra lavori, spese tecniche e attività connesse, si aggira intorno ai 350mila euro e richiede l’ulteriore coinvolgimento di nuovi sponsor e benefattori per poter avviare l’appalto possibilmente entro l’estate», le parole del presidente di Santa Caterina Onlus, Marina Buzzi Pogliano.
La Fabbrica di Santa Caterina è un grande gruppo di lavoro che da più di tre anni si sta occupando delle esigenze di manutenzione straordinaria di questo esemplare manufatto: la progettazione e direzione dei lavori è affidata all’arch. Enrica Caire e ing. Simone Giordano, assistente arch. Sara Vecchiato, Coordinatore della sicurezza per la progettazione e l’esecuzione dei lavori geom. Giovanni Spinoglio, project manager arch. Claudio Simone Colli. Il team si avvale della collaborazione con il Politecnico di Torino, prof. Rosario Ceravolo, direttore del Dipartimento di Ingegneria Strutturale e per l’approfondimento petrografico sul materiale litico della facciata prof. Maurizio Gomez Serito del Dipartimento Inter Ateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio. L’impresa affidataria dei lavori è AR Arte e Restauro di Padova, direttore di Cantiere dott.ssa Cristina Sangati, subappaltatrici Lattanzio Restauri, Lupano Giulio costruzioni edili, Edi Construction e IMR Reftattari per le opere provvisionali. Restauratori per conto di AR: Michele Canteri, Laura Fancello, Giorgia Gritti e Livia Bassi.