“Una vendemmia anomala e disomogenea quella del 2022. Non ci sono altri termini che caratterizzano una raccolta delle uve anticipata di venti giorni dove i grappoli presentano caratteristiche diverse non solo da zona a zona ma anche all’interno dello stesso territorio. Nel complesso, però, si può definire soddisfacente in tutta la provincia con alta gradazione zuccherina, grappoli sani e molte punte di eccellenza. Il clima, ovviamente, ha fatto la differenza, a causa della grande siccità. All’inizio eravamo scettici su come avrebbero reagito i grappoli ma, per fortuna, i nostri timori non hanno trovato riscontro. Se le alte temperature ha determinato un calo produttivo stimato fino al 20%, anche se variabile da zona a zona, il tempo asciutto ha favorito la maturazione di grappoli sani, con una bassa carica di patogeni, sinonimo di una raccolta di buona qualità, capace di regalare eccellenti prodotti in cantina”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco, tracciando un primo bilancio del raccolto 2022.
Si continua con il taglio dei grappoli di Cortese e battute iniziali per il Gavi mentre, per i rossi, ci sono addirittura zone della provincia con uve Barbera già raccolte e vendemmia al via nelle aree più aride anche per Grignolino, Freisa, Nebbiolo rosato, Dolcetto e Brachetto. Intorno a metà settembre sarà la volta dei vitigni tardivi come Nebbiolo e Cabernet sauvignon.
“Nonostante il caldo e le rese minori, la qualità è eccellente ma è importante sottolineare come il periodo vendemmiale quest’anno sarà maggiormente definito dalle aree e dai versanti sui cui insiste un vigneto piuttosto che dalle varietà con i propri cicli fenologici. Dunque, uve sane con gradazioni elevate soprattutto a causa della concentrazione degli zuccheri ma, solo in pochissimi casi, sono stati raggiunti gli equilibri che stabiliscono quella che possiamo definire una corretta maturazione. La siccità potrebbe ridurre i quantitativi di produzione: quella che stiamo vivendo quest’anno può essere definita la punta dell’iceberg di una situazione meteorologica estrema che porta alla produzione di uve sempre più stressate e ricche di zuccheri – ha aggiunto Alberto Pansecchi tecnico vitivinicolo di Coldiretti Alessandria -. Per questo, il cambiamento climatico dovrebbe essere affiancato da un progressivo adeguamento legislativo, dove l’importanza dell’acqua e dell’irrigazione non devono essere considerate come forzatura ma come soccorso indispensabile alla qualità della produzione e alla sopravvivenza stessa delle viti. Anche quest’anno, dunque, sarà la capacità del viticoltore a fare la differenza nel momento in cui riuscirà ad applicare pratiche colturali tali da attendere il periodo della vendemmia raccogliendo le uve una volta raggiunta la vera maturità fenologica ed aromatica”.
Ricordiamo che il comparto vitivinicolo alessandrino vanta 12 Doc e 7 Docg, conta 10.669 ettari di superficie vitata per una produzione di 983.676 quintali nel 2021 e 591.633 ettolitri prodotti, mentre la produzione di uva da tavola è di circa 950 quintali.
“Per tutelare questo patrimonio occorre però superare i vincoli burocratici che rallentano l’assunzione dei lavoratori stagionali. Anche quest’anno la mancanza di manodopera ha rappresentato un grave problema. Non è possibile che per colpa della burocrazia le imprese perdano il lavoro di un’intera annata agraria dopo aver affrontato peraltro i danni della siccità e un pesante aumento dei costi di produzione determinato dalla guerra in Ucraina. Oltre alle difficoltà climatiche, infatti, a frenare la corsa del vino italiano, è la crescita esponenziale dei costi con un +35% in media a causa delle tensioni su energia e materie prime generate dalla guerra in Ucraina con aumenti unilaterali da parte dei fornitori di imballaggi che arrivano a pesare sui bilanci per oltre un miliardo di euro con anche difficoltà a reperire materiali per l’imbottigliamento”, ha sottolineato il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.
Una bottiglia di vetro costa oltre del 30% in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli di altri materiali.
Per le gabbiette per i tappi degli spumanti gli aumenti sono nell’ordine del 20% ma per le etichette e per i cartoni di imballaggio si registrano rispettivamente rincari del 35% e del 45%, secondo l’analisi Coldiretti.
Problemi anche per l’acquisto di macchinari, soprattutto quelli in acciaio, prevalenti nelle cantine, per i quali è diventato impossibile persino avere dei preventivi. Rincarato anche il trasporto su gomma del 25% al quale si aggiunge la preoccupante situazione dei costi di container e noli marittimi, con aumenti che vanno dal 400% al 1000%.
Infine, ma non meno importante, c’è il capitolo prezzi e delle rese per ettaro: è essenziale che i produttori vitivinicoli contrattino i prezzi delle uve all’atto del conferimento anziché attendere la fine della campagna. Trovare il giusto equilibrio di interessi tra chi cede l’uva e chi la acquista per trasformarla, concordando il prezzo prima o durante la vendemmia, è indispensabile per valorizzare al meglio il prodotto che finirà in bottiglia.
Per “tappo raso” e spumante resa a 50 quintali/ettaro per il “tappo raso” con la possibilità di stoccarne altri 30 quintali/ettaro da utilizzare come Docg, qualora il mercato lo richiedesse; per la tipologia spumante la resa 2022 è stata fissata a 50 quintali/ettaro, ma con possibilità di stoccare 10 quintali/ettaro da utilizzare, come Docg, entro il 28 febbraio 2023.