CASALE – Dopo l’epidemia di Covid19 arriva un segnale di speranza per la città di Casale Monferrato, per il mondo dell’ebraismo italiano e per l’arte. E’ forse il messaggio più importante che arriva dalla riapertura al pubblico della Sinagoga di Casale Monferrato e dei suoi musei ebraici nel giorno della festa della Repubblica, operazione associata a un significativo intervento artistico. Un messaggio sottolineato dalle tante istituzioni e dai rappresentanti della Comunità Casalese intervenuti, che si può riassumere anche nell’importanza di superare insieme le difficoltà per portare a risultati capaci di valorizzare ulteriormente la bellezza.
Il messaggio è stato reso visivamente dalla stessa Sinagoga nella mattinata del 2 giugno: adornata con centinaia di rose tra i banchi e sulla balaustra, mentre un sentiero di petali per vicolo Olper ha richiamato i primi visitatori già alla riapertura delle porte alle 10, segno di una attesa palpabile dopo poco più di 3 mesi di interruzione dell’attività dovuti all’epidemia.
L’INTERVENTO DI ROBERTO GABEI
“E’ già una meraviglia, ma così è ancora più bella!” commenta Roberto Gabei, Presidente Fondazione Arte Storia e Cultura Ebraica a Casale Monferrato e nel Piemonte Orientale ONLUS. L’omaggio floreale fa parte della tradizione ebraica: è appena trascorsa la festa di Shauvot, che ricorda il giorno in cui il Popolo di Israele ricevette la Torah sul Monte Sinai, miracolosamente fiorito. Di fronte a una platea rigorosamente distanziata Elio Carmi, Vicepresidente della Comunità rende evidente la metafora di questa rifioritura: “In un testo sapienziale si legge ‘Tu non sei tenuto a completare l’opera ma a portarla avanti’. L’opera è quella della creazione che noi ci impegniamo a proteggere e migliorare dopo ogni momento di difficoltà” Carmi, ringrazia le forze dell’ordine, ricorda chi se ne andato per colpa dell’epidemia, ma anche come il 2 giugno sia importante per le Comunità Ebraiche Italiane. “Perchè nel 1946 l’articolo 3 della costituzione rendeva i cittadini italiani tutti uguali dopo troppi anni di discriminazione.
CLAUDIA DE BENEDETTI
A Claudia De Benedetti, direttore dei Musei Ebraici, spetta il compito di ricordare la prima volta che si adornò di Rose la Sinagoga, nel 2006, in occasione di Riso e Rose e il manifesto del “Rabbino delle Rose” realizzato per l’occasione da Lele Luzzati e destinato a diventare un simbolo della cultura ebraica Casalese. E’ l’elemento che ci introduce alla parte artistica di questa cerimonia. A spiegare l’intervento è la curatrice Daria Carmi. “Avevamo programmato in collaborazione con Agostino Giusto, organizzatore di Coniolo Fiori un evento che avrebbe legato la loro manifestazione alla festa di Shavout, non è stato possibile, ma volevamo comunque dare un segno che dopo l’attraversamento del deserto si tornasse a rifiorire”. E’ nata così ‘idea dell’ opera realizzata da Angelo Castucci e presentata ufficialmente davanti all’Arca Santa della Sinagoga casalese. Nella stampa del poster, realizzato in edizione limitata di 50 copie, possiamo vedere il soffitto della sinagoga casalese, ma la scritta che vi campeggia “Questa è la porta del cielo” viene parafrasata in Questa è la porta per il futuro in ebraico “Shaar Leatid”. Sulla composizione campeggia una rosa nello stile degli antiche erbari. Agostino Giusto e il sindaco di Coniolo, Arles Garelli, ne approfittano per lanciare un appello agli altri comuni del Monferrato: l’opera potrebbe essere la prima di una collezione da mostrare in occasione della ventesima edizione di Coniolo in Fiore, in programma nel maggio 2021.
IL SINDACO FEDERICO RIBOLDI
E’ il sindaco di Casale Federico Riboldi, giunto alla Comunità insieme ai rappresentanti della Protezione Civile, a confermare il senso profondo della giornata. “Questo è un momento di festa cittadina. Non era così scontato che saremmo potuti essere qui oggi, ma questa è una città abituata la lotta. Il Covid ha messo a rischio la generazione del ricordo e della saggezza, ma questi tre mesi hanno insegnato che la socialità ha un valore imprescindibile: nella nostra piccola città di provincia nessuno è stato lasciato solo”. Oltre al primo cittadino una copia dell’opera di Castucci è stata regalata ad Anna Portinaro per ricordare un altro simbolo della ripartenza casalese vicino alla comunità ebraica: il profumo dei krumiri infatti ha ricominciato a spandersi per le vie di Casale.
La giornata è proseguita nel cortile delle Api dove Castucci ha timbrato e firmato le copie del poster (qualcuna è ancora disponibile), tutto questo mentre i primi turisti, a gruppi di quattro alla volta sono saliti nelle sale del museo. Mascherine e distanze sociali sempre ben presenti, ma per molti casalesi la riapertura della Sinagoga è un passo importante sulla strada della normalità.