La settimana scorsa, giovedì 8.06, è stato inaugurato il nuovo Museo Archeologico di Bergamo, situato nella parte alta della città, la Cittadella, e diretto da Stefania Casini, alla presenza di autorità, tra cui il Sindaco Giorgio Gori e l’Assessore alla Cultura Nadia Ghisalberti e di un pubblico numeroso ed entusiasta. Alle 18.30 è avvenuto il taglio del nastro dopo tre anni di intensi lavori che hanno riguardato il palazzo, ma anche la piazza antistante. Un museo nuovo e all’avanguardia, secondo il progetto dell’architetto Silvana Sermisoni e dei suoi collaboratori Andrea Nulli e Francesco Vicari: tutti i reperti, dalla Preistoria ai Longobardi hanno spazio in un nuovo allestimento, che li rende fruibili a 360 gradi e crea emozioni forti. Tra le novità, vi è nuova sezione egizia con reperti che prima non erano esposti.
E qui entra in gioco la nota ricercatrice casalese Sabina Malgora, egittologa e direttore del Mummy Project. A lei è stato affidato il compito di studiare la collezione egizia, sulle orme della pregiatissima ex-direttrice del Museo Egizio di Firenze, Maria Cristina Guidotti. Nel nuovo percorso museale, protagonista è la mummia del sacerdote tebano Ankhekhonsu ed il suo sarcofago, che sono stati al centro di progetto ricerca molto articolato intitolato “Una mummia da salvare”, che ha avuto non solo il successo della scienza, ma anche quello mediatico con un servizio della CNN, grazie all’ufficio stampa del Mummy Project seguito al tempo da Vittoria Oglietti.
Il team del Mummy Project ha infatti sottoposto la mummia al proprio protocollo di indagine per ricostruirne la storia e l’identità. Tutto è partito con una tac e una laparoscopia, con il team di specialisti con Luca Bernardo, Direttore del Dipartimento Casa Pediatrica, ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano, con Gianpaolo Carrafiello, Direttore del Dipartimento di Radiologia, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, con Alessandro Bulfoni, Direttore di Ostetricia e Ginecologia, Humanitas San Pio X di Milano, Valentino Rubetti e Andrea Pietro Vacis, Radiologo Gemini RX di Travagliato, Brescia. Poi tutte le analisi: dalle antropologiche, fatte da Chantal Milani, antropologa e odontologa forense, Francesca Motta, osteoarcheologa, Robert Loynes, dell’Università di Manchester, alle analisi sul sarcofago di Jonathan Elias, egittologo ed Elena Rossi, restauratrice alle analisi chimico-fisiche, C14, bioma orale e sostanze usate per la mummificazione fatte da Alessio Soggiu e Luigi Bonizzi, Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche ed Odontoiatriche, Università degli Studi di Milano, Wilfried Rosendahl e Stephanie Zesch, German Mummy Project, Reiss-Engelhorn-Museen (REM) di Manheim (Germania), Marco Nicola,Adamantio srl, Science in Conservation, alle analisi entomologiche di Stefano Vanin, entomologo forense, Università degli Studi di Genova, a quelle del Max Plank Institute for Evolutionary Anthropology di Leipzig.
Una delle perle dell’esposizione è la ricostruzione del volto di Ankhekhonsu, vissuto durante il Terzo Periodo Intermedio, XXI dinastia, a cura di Chantal Milani. Da ora in avanti il museo accoglierà i visitatori che arriveranno numerosi, anche grazie al fatto che Bergamo con Brescia è città della cultura 2023. La prossima tappa sarà la pubblicazione del catalogo della sezione egizia.
Foto di Vittoria Oglietti