Martedì 21 settembre la mummia egizia del Museo Civico Archeologico di Bergamo proseguirà il suo percorso di analisi ed effettuerà una laparoscopia. Dopo la TAC, tomografia computerizzata, effettuata il 21 giugno scorso presso il Policlinico di Milano, è ora il momento dei prelievi che saranno effettuati all’interno della mummia. Continua quindi il progetto “Una mummia da salvare” ideato dal Mummy Project (www.mummyproject.it), di cui è direttore e co-fondatore la dr. Sabina Malgora, egittologa e con la collaborazione del Prof. Luca Bernardo, co-fondatore del Mummy Project e direttore Casa Pediatrica del Fatebenefratelli.
La laparoscopia
Questo particolare e sofisticato esame sarà effettuato dal dott. Alessandro Bulfoni, Responsabile di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Humanitas San Pio X di Milano.
Lo strumento utilizzato, un video gastroscopio, sarà fornito da Karl Storz Endoscopia Italia S.r.l. attraverso il concessionario Carlo Bianchi tecnologie chirurgiche.
I prelievi per le analisi chimiche e fisiche saranno effettuati in collaborazione con il team del Mummy Project, in particolare tra cui Chantal Milani, antropologa forense, Francesca Motta, osteoarcheologa, il Prof. Luigi Bonizzi, il prof. Alessio Soggiu, entrambi afferenti al Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche ed Odontoiatriche, Università di Milano, e il dr. Marco Nicola, dottore di ricerca del Dipartimento di Chimica, Università degli Studi di Torino, e direttore di Adamantio srl, Science in Conservation.
Perché una laparascopia?
Lo stato di conservazione della mummia, che vede le bende disturbate ed il cranio esposto e non in connessione anatomica, permette di effettuare questo esame senza mettere a rischio il reperto. Si passerà quindi da una visione 3d virtuale ottenuta tramite le ricostruzioni delle immagini dalla Tac ad una visione 3d diretta. Questo permette di vedere con i propri occhi dentro la mummia, effettuare filmati e scattare fotografie, ma soprattutto di fare prelievi delle ossa, delle bende e di altro materiale organico. I campioni saranno analizzati per datare la mummia (C14) ed avere la certezza che corrisponda allo stesso periodo del sarcofago che la accompagna, per scoprire quali sostanze sono state usate durante la mummificazione e forse anche per capire come mai il corpo si sia scheletrizzato.
Si tratta di un esame che raramente viene eseguito sulle mummie, proprio perché le bende avvolgono completamente il corpo e ne impediscono l’entrata dello strumento.
Il Mummy Project effettuò la prima endoscopi su una mummia nel 2010, diventando pioniere in questo campo.
Il progetto “Una mummia da salvare”
Ideato dal Mummy Project, diretto da Sabina Malgora, in collaborazione con il Museo sotto l’egida del Comune, in particolare nella persona dell’Assessore alla Cultura, dott.ssa Nadia Ghisalberti, il progetto è sostenuto dalla Fondazione Comunità Bergamasca, da Rotary Club di Bergamo, GP Batteries International leader nella produzione di batterie tradizionali, ricaricabili e powerbank (www.gpbatteries.com), Karl Storz Endoscopia Italia S.r.l. (www.karlstorz.com), BPS S.r.l. Consulenza e Servizi per l’Ambiente (wwwbpssrl.it), Agenzia Funebre Regazzi (www.onoranzefunebriregazzi.it) di Calusco d’Adda (BG).
Lo scopo del progetto è garantire l’eternità alla mummia, come voluto dal processo di mummificazione, e rendere fruibile il reperto per gli anni a venire.
Pertanto prima di effettuare il restauro e prepararla all’esposizione, sono state effettuate indagini radiologiche (TAC) dal team del Mummy Project, tra cui Chantal Milani, antropologa forense, Francesca Motta, osteoarcheologa e dal team di Radiologia del Policlinico di Milano diretto dal Prof. Gianpaolo Carrafiello. Il progetto prevede analisi chimiche e fisiche, utili a ricostruirne la storia e l’identità, incrementando le conoscenze sia sulla vita che sulla morte dell’individuo, ma anche sulle tecniche di mummificazione. Inoltre è prevista la ricostruzione forense del volto, a cura della dr. Chantal Milani, che restituirà alla mummia le sue sembianze permettendo a tutti, studiosi ed appassionati, di vederne la fisionomia.
Il Museo Archeologico di Bergamo è situato in una delle città più afflitte dal Covid, che non si arrende e continua a pensare al futuro non solo investendo nel sociale, ma anche nella cultura. Il Comune, in particolare nella persona dell’Assessore alla Cultura, dott.ssa Nadia Ghisalberti, infatti ha deciso di rinnovare completamente il museo, diretto dalla dott.ssa Stefania Casini, affrontando importanti lavori strutturali che lo trasformeranno in un museo nuovo e all’avanguardia. Dalle asce di pietra alle spade di ferro, dagli ornamenti di bronzo celtici alle croci d’oro longobarde, dalle urne cinerarie alle lapidi romane e poi ceramiche, vetri, sculture e mosaici. Un viaggio nel tempo sulle tracce dei Celti, dei Romani e dei Longobardi vissuti a Bergamo e nei territori della Provincia.
Tutti i reperti, dalla Preistoria ai Longobardi, troveranno spazio in un nuovo allestimento, ma la grande novità è che sarà creata una nuova sezione egizia. I reperti egizi oggi non sono giustamente valorizzati. Vi sono 22 shabti (statuette funerarie in faience), 8 bronzetti, 10 amuleti, una mano sbendata, un dito sbendato montato su un supporto ligneo, un piede sbendato, un sarcofago con la mummia.
Questa parte sarà realizzata con la collaborazione del Mummy Project: protagonisti saranno la mummia di Akhekhonsu, non esposta al pubblico, ed il suo sarcofago, che riporta il nome del proprietario, che significa “è vivo il dio Khonsu”.
Il Mummy Project, centro Ricerche e sviluppo progetti, è finalizzato allo studio dei reperti organici, in particolare mummie umane e di animali, attraverso analisi effettuate con le più moderne tecniche di indagine medica ed investigativa, eseguite da un’équipe multidisciplinare, in grado di recuperare tutte le informazioni disponibili e di confrontarle nel panorama scientifico di riferimento, nel rispetto della integrità e della conservazione dei reperti. Restituisce un’identità alle mummie completando il quadro storico e culturale da cui provengono. Collabora con università, musei, fondazioni ed istituzioni culturali. Organizza inoltre mostre, eventi culturali.