La gratuità e la cura della relazione sono i valori fondanti del progetto “Adozione in vicinanza”, nato a Pontestura nel marzo 2022 a seguito dei brutali eventi della guerra in Ucraina.
Unendosi alla proposta fatta dalla Caritas Diocesana di Casale Monferrato di “esserci e partecipare al dolore e alle speranze di chi si trova a subire le violenze del conflitto”, la comunità di Pontestura si è mobilitata a fornire aiuti concreti e vicinanza a due famiglie con bambini in fuga dal proprio Paese. Infatti, l’iniziativa è partita dalla parrocchia e ha coinvolto anche persone non legate all’ambiente parrocchiale e di altri paesi, un po’ nello spirito di quello che dovrebbero essere le “Unità Pastorali”.
Adottando il sistema dell’autotassazione, come suggerito dalla Caritas, sono stati raccolti fondi in grado di soddisfare le necessità più urgenti. La cosa più bella è stata veder crescere lo spirito di condivisione e fratellanza: tanti hanno donato quello che potevano e quello che erano capaci di offrire: dall’aggiustare una bicicletta all’ accompagnare settimanalmente a fare la spesa, dal mangiare una pizza insieme o fare una passeggiata nelle nostre colline al seguire la parte sanitaria o burocratica. Si è creata così una bella rete di sostegno, prima di tutto morale, per queste persone così provate da una guerra insensata. Un’esperienza che, a detta di chi vi ha aderito, ha arricchito tutti, e ha rafforzato il senso di comunità, cristiana e umana.
Da subito il passaparola ha portato alla disponibilità di alcuni alloggi, permettendo alle famiglie interessate di trovare un tetto. Un grazie particolare in questo senso va ad Antonella Rota e a Beppe Arduino, che hanno messo a disposizione per un anno un alloggio per gli ospiti in fuga dalla guerra, così come alla Società Geocomp di Casale Monferrato per il sostegno economico in supporto alle donazioni dei singoli. Uno dei due nuclei familiari è ora autonomo, i genitori hanno trovato lavoro e possono ora affrontare autonomamente la spesa dell’affitto.
Un’esperienza analoga è stata realizzata a Camino, con la collaborazione tra l’associazione Gaias e le comunità parrocchiali di Camino e Castel San Pietro, con le varie e attive frazioni. Il gruppo di ospiti di Camino vive quasi da un anno nella casa parrocchiale di Castel San Pietro, che era inutilizzata; alcune persone sono tornate nel frattempo in Ucraina. Anche qui, sono state tante le forme di aiuto, dalle lotterie ai viveri donati, ai giochi per i bambini. Una presenza fondamentale è stata quella di Halyna Romanyuk, caminese originaria dell’Ucraina, che sta tenendo anche un corso di italiano per gli ospiti, tutti i martedì sera nei locali dell’oratorio di Pontestura; ma ognuno ha dato davvero il suo contributo, sia nell’esperienza di Camino che in quella di Pontestura. Una bella gara di generosità e di solidarietà da parte di tanti, senza i quali non si sarebbe potuto realizzare quello che si è fatto.
La bellezza di questo progetto sta nell’aver saputo unire tante realtà e persone diverse sotto il segno di un cammino condiviso; è stata ed è una concreta occasione di crescita del singolo e della collettività tutta, che continua a dare i suoi frutti.
La volontà di aprire il cuore agli altri, come si intende nella proposta della Caritas Diocesana, ha permesso di esserci realmente, con umanità e delicatezza, con una “vicinanza che sa fare famiglia e lascia libertà”.
Irene Brusa
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