Riceviamo e pubblichiamo:
Mi viene richiesto di intervenire per sostenere le ragioni del NO e lo faccio con piacere perché mi sembra, da monferrino, di sentire ancora di più un obbligo morale a combattere per una battaglia perduta in partenza, ma “giusta” per chi come noi abita in una zona ormai lontana dalle istituzioni e dal governo e che sarà con il taglio dei parlamentari senza una minima rappresentanza. Come dimenticare che, dopo essere stati una importante città del Piemonte, oggi non abbiamo più nulla o quasi della presenza istituzionale dello Stato!
E come non sentirci offesi del fatto che l’ UPO (Università Piemonte Orientale), dopo aver ricevuto per anni dalla città centinaia di migliaia di euro per far nascere una Facoltà di Economia, abbia finto di far qualcosa e poi ci abbia lasciato senza più nulla con mezza città chiusa nei suo bei palazzi, come il Tribunale assai adatti per ospitare, per esempio, un Dipartimento universitario.
Ma gli argomenti contrari non sono solo di taglio locale!
Chi ama nella democrazia soprattutto il principio liberale e la diversificazione sa che, dopo aver abolito le preferenze con liste bloccate e senza sistemi elettorali come il doppio turno di collegio che lega il candidato al territorio, diminuire i parlamentari vuol dire dare totalmente o quasi alle segreterie di partito, senza radicamento e senza storia, la possibilità di decidere i candidati.
Il potere delle oligarchie economiche sarà totale e l’Italia si appresta con il Recovery Fund ad essere il paese del bengodi per le consorterie di potere mondiali.
Altro che aperture di una nuova fase della politica.
Per l’Italia si aprirà un periodo tristissimo di nuove e più tragiche ideologie populiste dopo l’illusione di Mani Pulite che al potere ha finito per portare la totale inettitudine e le assurde pretese semplificazioni che colpevolizzano sempre gli altri.
In pochi giorni si può fare qualcosa anche qui da noi per convincere un numero significativo di elettori a votare contro il “pensiero unico”.
Tagliare linearmente i senatori ed i deputati non contribuirà a far funzionare il Parlamento! Rimarranno le stesse storture di prima e, forse, peggiorerà la situazione perché i partiti, dovendo tagliare, scaricheranno in primis i docenti universitari ed i “tecnici” di area che sono gli unici che capiscono qualcosa quando si tratta di fare le leggi.
La politica è costosa come costosa è la sanità e la scuola, ma deve rimanere “aperta”! Non si può sacrificare la democrazia neanche per un importante patto di governo.
Non si può cambiare una parte, senza che ci sia una vera riforma istituzionale equilibrata e garantista.
Come sarebbe bello che a sorpresa gli elettori senza alcuna strumentalità e senza ostilità politica verso qualcuno semplicemente votassero per cambiare chi in questi anni, in nome del cambiamento , non ha cambiato se non in peggio le condizioni degli Italiani portando il Paese a non avere crescita.
Torniamo nella visione alta della politica dei nostri Padri Costituenti!
Diminuiamo pure un po’ lo stipendio ai nostri parlamentari, ma chiediamo loro di essere soprattutto capaci, competenti, zelanti nella difesa del bene comune.
E se si deciderà di tagliare qualcuno chi rimarrà dovrà davvero essere scelto in un collegio elettorale dove i votanti possano conoscerlo e stimarlo per l’impegno a rappresentare il proprio territorio ed il proprio Paese.
Riccardo Calvo