CASALE – Era nata tra discussioni ed è terminata in un vespaio di polemiche. La breve storia della famiglia Goveani alla conduzione del Casale ha già visto la parola fine. Dopo aver annunciato a dicembre la volontà della famiglia di liberarsi della pratica nerostellata, non è trascorso molto tempo prima che il 90% delle quote della Casale Communication & Marketing (che fanno capo a Umberto Goveani) venissero cedute a Mister X.
Una cessione fatta come un intervento a gamba tesa: 1) perché nessuno del CdA (Coppo, Amatelli) o dell’Amministrazione Comunale ne fosse a conoscena, come dichiarato dagli stessi interessati; 2) perchè annunciato con un Comunicato Stampa stringato che, di fatto, lanciava una notizia a metà. «Il Casale è stato venduto, ma non diremo a chi»: questo il senso della nota stampa. E allora la domanda più ovvia è perché far uscire ufficialmente una notizia, se non c’era l’intenzione di rendere pubblico l’aspetto più interessante: chi sarà il nuovo proprietario del Casale.
L’unica cosa certa sarebbe che le vesti di «Consulente Tecnico» saranno ricoperte da Gigi Pavarese, ex direttore sportivo di Torino e Napoli, dove ha lavorato sotto le direttive di Luciano Moggi.
In via Trevigi, Pavarese sarebbe il braccio operativo di una cordata formata da imprenditori romani, ma sui nomi c’è il più stretto riserbo: un’altra situazione paradossale considerato che la cessione di una Srl è un atto pubblico.
La pista sugli imprenditori della Capitale porta necessariamente verso chi provò la scalata all’Arezzo e a Giuseppe Taglialatela, ma potrebbe essere anche solo un modo per sviare l’attenzione sui veri proprietari. Staremo a vedere.
Di sicuro c’è che la gestione Goveani ha mollato il pacchetto Casale, di tutta fretta, come un affare che “scotta” e che anche un «benefattore» come Giuseppino Coppo, senza il quale non sarebbe stato possibile ottenere la fidejussione, è stato lasciato all’oscuro di tutta l’operazione. L’ha saputo dai giornalisti che lo hanno contattato per avera maggiori informazioni. Come un marito che sa sempre per ultimo quando viene tradito. Al di là degli obblighi statuari, sarebbe stato un gesto più cortese.
Dario Calemme