Anche quest’anno, con la dichiarazione dei redditi è possibile devolvere il 5×1000 dell’imposta, comunque dovuta, a favore di Enti del Terzo Settore.
La destinazione del 5×1000 – introdotto in via sperimentale con la legge finanziaria dell’anno 2006 e poi successivamente prorogato di anno in anno – non comporta per il contribuente nessuna spesa e nessun onere ulteriore e non è alternativa a quella dell’8 per mille: si può, infatti, decidere di destinare tutti e due, oppure solo uno.
Ma a chi è possibile devolvere la quota del 5×1000 dell’Irpef?
Si può scegliere fra un’ampia gamma di “soggetti”, la maggior parte appartenenti al mondo del Volontariato: enti operanti nel mondo del Terzo Settore iscritti nel RUNTS – Registro Unico Nazionale (art. 3 del D.lgs. 3 luglio 2017 n. 111), ONLUS iscritte all’Anagrafe delle ONLUS e altri Enti individuati dalla legislazione.
Ad oggi sono 61mila gli Enti già iscritti ai precedenti registri delle Organizzazioni di Volontariato (OdV) e delle Associazioni di Promozione Sociale (Aps) che sono stati “trasmigrati” nel nuovo RUNTS e che possono beneficiare di questa fondamentale aiuto che ognuno di noi può dare senza che costi nulla.
Sì, lo ribadiamo, se non fosse ancora chiaro: il 5×1000 non è né una tassa né un’ulteriore spesa. È una parte delle imposte che viene destinata comunque a enti benefici o organizzazioni non profit ma, anzi, ti permette di decidere a chi devolvere una parte delle tue tasse.
Il contribuente ha quindi l’opportunità di scegliere un “soggetto” al quale destinare il 5×1000 dei propri contributi: nel caso in cui non indichi uno specifico “beneficiario” ma solo il settore tra quelli indicati (es: volontariato) il 5×1000 sarà ripartito, in modo proporzionale, tra i soggetti accreditati per quel settore. Infine, qualora non indichi nessun specifico soggetto e nessun settore, il 5×1000 dei contributi andrà allo Stato.
A dispetto di ciò, come ha messo in evidenza l’Onorevole Luigi Bobba, “solo poco più della metà dei contribuenti con tassazione positiva utilizza la facoltà del 5×1000”. Ed è uno spreco.
“Ci sono cose che a noi volontari sembrano ormai scontate (oltre che fondamentali)” sottolinea Rosanna Viotto, presidente del CSVAA, “come il 5×1000 ma, come ha ben messo in evidenza l’Onorevole Bobba, non è per nulla così: ancora metà della popolazione non sa dell’esistenza di questa opportunità, vitale per le Associazioni e a costo zero per i contribuenti, ossia ognuno di noi: ecco perché il CSVAA da sempre, in questo periodo, promuove una campagna di sensibilizzazione dedicata al 5×1000. L’obiettivo è diffondere la conoscenza di questa straordinaria opportunità di finanziamento per il Terzo Settore che può coinvolgere tutti, senza richiedere alcun tipo di impegno e permettendo a ognuno di esercitare il proprio potere di scelta”.
Il 5×1000, oggi più che in passato, forse, è uno strumento indispensabile agli Enti del Terzo Settore per reperire i fondi necessari per continuare a svolgere la propria preziosa – a volte unica – attività di sostegno sociale, a beneficio dell’intera comunità e offre, dunque, a ciascuno di noi un’importante opportunità per sostenere il volontariato locale, scegliendo tra le diverse associazioni quella che preferiamo, senza che ciò costi nulla al contribuente dal momento che, in ogni caso, ad essere devoluto è il 5×1000 dell’imposta già versata.
Per devolvere il 5×1000 ad una Associazione di Volontariato che ha scelto, il contribuente non deve fare altro che mettere la propria firma e indicare il codice fiscale corretto dell’associazione cui intende destinare il 5×1000 nell’apposito spazio.
E se non si conosce il Codice Fiscale dell’Ente al quale si vuole devolvere il proprio 5×1000 è possibile richiederlo direttamente all’Associazione che si è scelta, al CSVAA o cercarlo nell’elenco del Ministero del Lavoro e della Politiche Sociali (per Organizzazioni di Volontariato e Associazioni di Promozione Sociale) o in quello dell’Agenzia delle Entrate (per le ONLUS).
Con il 5×1000 abbiamo l’opportunità di fare un dono preziosissimo al Volontariato, a costo zero: un peccato lasciarcela sfuggire.