CASALE – Desta molta preoccupazione il piano di riordino di Poste Italiane presentato dall’amministratore delegato Francesco Caio.
Saranno molti gli uffici chiusi in Piemonte e circa 130 sportelli di piccoli paesi che non funzioneranno più a tempo pieno bensì a singhiozzo, cioè soltanto per due o tre giorni a settimana o che rischiano la chiusura definitiva.
Il deputato casalese del Pd Fabio Lavagno ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere al Governo di assicurare che Poste italiane eroghi un servizio puntuale ai cittadini, chiedendo di convocare un tavolo istituzionale con Poste Italiane SpA e i rappresentanti dei lavoratori, al fine di valutare soluzioni occupazionali alternative per coloro che sono coinvolti nel piano di riorganizzazione presentato. Sono state presentate inoltre alla Camera e al Senato dagli onorevoli Cristina Bargero e Massimo Fiorio, e dal senatore Daniele Borioli due interrogazioni rivolte al Ministro delle comunicazioni e al Ministero dello sviluppo economico, circa il rischio di chiusura di numerosi uffici postali e il depotenziamento di oltre cento sportelli attivi nei piccoli Comuni piemontesi.
L’iniziativa si prefigge, da un lato l’obiettivo di verificare se l’intervento di riorganizzazione sia coerente con il “Decreto Scaiola” del 2008, che fissa i criteri attualmente vigenti per distribuzione degli uffici postali sul territorio nazionale, dall’altro di sollecitare il Governo con eventuali misure correttive, laddove l’applicazione dei richiamati criteri possa ledere il carattere “universale” del servizio postale. “Le Poste – sottolineano i parlamentari alessandrini- sono per molte delle piccole realtà del territorio piemontese un presidio indispensabile, un punto di riferimento per la popolazione, in molti casi anziana, delle nostre comunità periferiche, che nonostante i molti mutamenti di “natura” che le Poste hanno conosciuto negli ultimi anni, continuano a vedere negli uffici postali non solo dei semplici e pur fondamentali erogatori di servizi, ma un vero e proprio presidio che segna la presenza dello Stato. Per questo – concludono i parlamentari piemontesi- pur senza contrastare le esigenze di razionalizzazione dell’azienda Poste spa, chiediamo al Governo di farsi parte attiva affinché nella sua attuazione essa non concorra a determinare un’ulteriore marginalizzazione e abbandono dei nostri piccoli Comuni”.
LA VITA CASALESE PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI ALL’EDITORIA.
“La Vita Casalese”, tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.