CASALE – Ancora una morte per mesotelioma, la letale malattia causata dall’amianto. A 62 anni si è spenta a Rosignano Daniela Zanier. Era malata da quasi cinque anni ed era una esponente di spicco dell’aveva, l’Associazione famigliari e vittime dell’amianto. Oggi, domenica 3 marzo, alle 17,30 nella chiesa di Porta Milano, a Casale, si tiene la veglia funebre. Domani alle 15, nella stessa chiesa, sarà celebrato il funerale.
“Una splendida persona, sempre sorridente, solare e nel contempo combattiva con grande umanità e giustizia – la ricordano Bruno Pesce e l’aveva -. Daniela, naturalmente con tanti altri, ha partecipato con Afeva e altre associazioni ad iniziative e convegni volti a combattere l’amianto criminale. Ci lasci un vuoto grande Daniela. Avverto una ulteriore profonda rabbia ed amarezza per la causa che ti ha portata via. Non molliamo, lo dobbiamo anche a te. Un grande abbraccio alla famiglia”.
La ricorda anche la giornalista Silvana Mossano nel suo blog www.siloms.it: “Mi ero preparata a rivolgere con gioia un augurio puntuale di buon compleanno, e invece è velato a lutto da un mesto e ingiusto addio da questa Terra (o, forse, un fiducioso arrivederci in un Altrove?). Oggi, domenica 3 marzo, Romana Blasotti Pavesi, la mitica e combattiva presidente d’onore dell’associazione Afeva (Associazione famigliari e vittime amianto), compie 95 anni. Buon compleanno, Romana! Oggi, domenica 3 marzo, alle 17,30, nella parrocchia del Cuore Immacolato di Maria, a Porta Milano, si svolge la veglia funebre per la casalese Daniela Zanier. Lascia il marito Gian Mario, le figlie Valentina, Adele ed Emma. Daniela Zanier un anno fa, in una intervista rilasciata a Claudio Carrer, direttore del giornale Area del sindacato svizzero Unia, aveva detto: “Ho maledetto Schmidheiny, sì, al momento della diagnosi l’ho maledetto. Io sono una vittima innocente. Non ho mai lavorato all’Eternit. Provo molta rabbia nei confronti di Schmidheiny. Se lo incontrassi, glielo direi: venga a vivere un po’ a Casale per capire che cosa è questa tragedia”. E confidò di quanto la consapevolezza della diagnosi e le terapie incidono sull’umore quotidiano: “E’ dura – disse -, anche in famiglia. Io cerco di mascherare un po’, specialmente per le mie figlie”. Al momento della diagnosi, la più giovane era poco più che adolescente. “Ho pregato per arrivare almeno fino ai suoi 18 anni…”.
Aggiunge Silvana Mossano: “Della sua esperienza personale parlò anche il 24 maggio 2023 a Torino, al seminario ‘Amianto, la sorveglianza sanitaria e la cura. A che punto è la ricerca?’, promosso dal Centro Interdipartimentale Giovanni Scansetti dell’Università degli Studi di Torino. Pur consapevole che la lotta contro il mesotelioma è impari, ha tenuto duro. Se lo stato d’animo, dentro, scricchiolava, lo sguardo, fuori, mostrava sorridente il suo tenace attaccamento alla vita che ne ha segnato il passo ogni giorno. Non cantava, ma applaudiva entusiasta, assiduamente, ai concerti del Fuck Cancer Choir, il coro composto da medici e pazienti che la gridano in musica la loro maledizione al tumore, al mesotelioma in particolare”.