Dalla dettagliata statistica aggiornata a gennaio 2025 da inviare alla Segreteria di Stato Vaticana, attraverso l’aggiornamento in Cancelleria dell’Annuario diocesano, redatta dal cancelliere della Curia vescovile can. Dott. Davide Mussone, emerge ill quadro aggiornato della Diocesi di Casale.
Tale Chiesa particolare interessa una superficie di territorio di 970 km², che si estende nelle Province di Alessandria, Asti e Torino. La Diocesi di Casale è parte della Regione Ecclesiastica Piemonte-Val D’Aosta, suffraganea della sede metropolitana di Vercelli, confina con le Diocesi di Torino, Vercelli, Pavia, Alessandria ed Asti, con una popolazione totale residente di circa 93.544 abitanti che denota uno spopolamento e un pesante e rigido inverno demografico (nel 1970, 55 anni fa, la Diocesi contava 124.000 abitanti; nel 1980, 45 anni fa, erano 116.000 e nel 2004, 20 anni fa, 103.500 abitanti). Il territorio diocesano è ripartito in 11 Unità pastorali con 115 parrocchie, ognuna con diversa popolazione secondo un definito piano territoriale pastorale: Up Sant’Evasio (28.614 abitanti – 11 parrocchie), Up San Giovanni Paolo II (7.026 – 5 parrocchie), Up Madonna dell’Argine-San Giovanni Bosco (9.821 – 12 parrocchie), Up Santissimo Salvatore (7.252 – 6 parrocchie), Up Santa Lucia (5.594 – 10 parrocchie), Up Beato Pier Giorgio Frassati (6.242 – 10 parrocchie), Up Sant’Agata-San Gottardo (7.116 – 20 parrocchie), Up Madonna di Crea (5.424 – 10 parrocchie), Up Santa Gianna Beretta Molla (4.877 – 11 parrocchie), Up San Candido (5.071 – 13 parrocchie), Up Santa Fede (6.507 – 7 parrocchie). L’Unità pastorale più popolata, esclusa evidentemente quella della città di Casale, è la “Madonna dell’Argine-S. Giovanni Bosco”, mentre quella più numerosa di parrocchie è la “Sant’Agata-San Gottardo”. La parrocchia più popolata di tutta la Diocesi è il Sacro Cuore di Gesù (Valentino) e la seconda è quella di San Salvatore Monferrato; le due parrocchie più piccole risultano essere le collinari di Montaldo e di Villamiroglio; il Comune più piccolo è quello di Olivola.
La maggior parte della popolazione dell’intera Diocesi si trova non nella città di Casale, ma nei paesi e per di più di collina: circa 48.000 persone,.
Le fasce d’età dei sacerdoti
Vi sono 47 Sacerdoti secolari “incardinati” nella Diocesi di Casale (8 provenienti dall’estero), di cui 45 sono presenti in Diocesi e 2 al servizio di altre Diocesi con mansioni in Italia o all’estero come il missionario don Cavalli. Dei 45 di riferimento, 2 sono oltre i 90 anni, 5 fra gli 80-90, 7 fra i 70-80, 7 fra i 60-70, 16 fra i 50-60, 7 fra i 40-50, 1 al di sotto dei 40 anni, nessuno sotto i 30.
Le parrocchie
Le parrocchie presenti nel territorio della Diocesi sono 115: 113 rette dal clero diocesano e 2 dai salesiani (S. Cuore e Lu). Di queste 115, 93 sono rette da un parroco, anche se spesso non residente in quanto parroco di più parrocchie, 22 invece sono rette da un amministratore parrocchiale (figura simile al parroco con stessi diritti e doveri, ma con meno stabilità temporale).
Purtroppo, solo 38 parrocchie hanno il sacerdote ivi domiciliato, mentre le restanti sono gestite da sacerdoti non residenti (parroci e amministratori parrocchiali) e alcune con la collaborazione di diaconi permanenti e assistenti pastorali.
Ben 29 parrocchie sono rette, nella mansione di parroco o di amministratore parrocchiale, da 14 sacerdoti provenienti da altri Stati, talvolta di missione; 8 presbiteri, di origine straniera, sono incardinati in Diocesi a Casale e 6 sono incardinati nelle loro Diocesi ma operanti attivamente in Italia tramite regolare Convenzione Cei per il Servizio pastorale in Italia. Un solo sacerdote svolge l’incarico di vice parroco: in Duomo.
Religiosi e religiose
È presente sul territorio una realtà di clero regolare, che resta un buon riferimento, individuata in 7 religiosi: un Giuseppino d’Asti (addetto al Santuario di Crea), 4 sacerdoti salesiani a Casale-Valentino (più un fratello coadiutore), 1 salesiano a Lu.
Oltre agli 8 diaconi permanenti, vi sono due Congregazioni di religiose: 4 suore del Cottolengo a Brusasco, 1 delle Piccole Figlie del Sacro Cuore a Villanova che aiuta mons. Luciano Pacomio. Resta più numerosa la presenza delle 13 Suore dell’Istituto diocesano “Nostra Signora di Lourdes-Opere Mazzone” (11 a Casale e 2 a Vignale), delle 3 monache carmelitane del Monastero Mater Unitatis di Albarengo di Montiglio. Vi sono, dunque, 18 consacrate di vita attiva e 3 di vita contemplativa, oltre alle 7 Silenziose Operaie della Croce operanti nella Casa del clero Nostra Signora di Crea-Serniola.
Assistenti pastorali
Sono inseriti nell’attività pastorale 19 assistenti pastorali, di cui 6 uomini, che svolgono la mansione secondo il mandato del Vescovo, ma anche in aiuto al singolo parroco per una o più parrocchia o anche per un determinato settore della pastorale.
E’ fuori dubbio che emergono dati di invecchiamento preoccupante dell’età media del clero, gli ultimi anni registrano nessuna ordinazione sacerdotale. Fortunatamente, abbiamo cinque seminaristi che stanno compiendo il loro percorso scolastico formativo per il servizio alla Chiesa di Casale: lo scorso maggio sono stati ordinati diaconi Crépin Amevo e Marc Egbewozuame in vista del prossimo presbiterato, mentre Fabio Boltri lo scorso dicembre ha ricevuto il ministero dell’Accolitato in vista del prossimo diaconato.
Ad ottobre con gioia è tornato fra noi, alla Casa Sant’Evasio dell’Oda, il Vescovo emerito Mons. Alceste Catella, che si presta in aiuto pastorale per diverse celebrazioni e appuntamenti sul territorio diocesano.
L’anno passato registra il decesso dei sacerdoti don Natale Raiteri e don Angelo Francia. Da quando ha preso possesso della Diocesi il nostro amato vescovo mons. Gianni Sacchi (29 ottobre 2017) ha sepolto ben 19 sacerdoti.
Decrescita progressiva
Nel 1954, 70 anni fa, vi erano 296 sacerdoti incardinati e tutti italiani; nel 1974, 50 anni fa, vi erano 198 sacerdoti incardinati, più 65 religiosi e 393 suore; nel 1980 vi erano 172 secolari incardinati; 1994 (30 anni fa), vi erano 138 sacerdoti incardinati, 33 religiosi e 195 suore; nel 2004 (20 anni fa) vi erano 110 sacerdoti incardinati, 26 religiosi e 153 suore.
Nel territorio diocesano si cerca con difficoltà di orari e spostamenti e soprattutto di carenza di personale di garantire comunque le celebrazioni fondamentali con una certa continuità nelle singole parrocchie e anche piccole, profittando degli orari del sabato pomeriggio e dell’intera domenica.
La situazione delle chiese
Nei paesi più modesti sono scomparsi molti edifici scolastici, postali ed altri ancora, mentre le chiese parrocchiali continuano ad operare – anche se non tutti i giorni, che tra l’altro in alcuni paesi sarebbe persino dispendioso e fuori luogo – e a mantenere il legame con la popolazione e l’incontro-dialogo fra le persone. Alcune chiese sono in ottime condizioni strutturali per il tenace interessamento dei pastori e loro fedeli, legati alla loro amata parrocchia, o ai Santuari come la Madonna di Crea, la Madonna del Pozzo e altri ancora; altre chiese invece necessitano di interventi manutentivi piuttosto urgenti e di certo non si risolverebbe il problema chiudendole. Da non dimenticare che ogni singola chiesa oltre ad essere il luogo di culto di quella particolare comunità è espressione di storia, arte, tradizione, cultura, che vanno assolutamente studiate, preservate e tutelate con tutte le strategie ed energie che risultino, per quanto possibile, essere strade percorribili, nell’interesse e nel bene di tutta la comunità.
Il commento del cancelliere
Don Davide Mussone constata culturalmente questo: “Nei decenni passati vi era un territorio costituito da ogni singola parrocchia con il suo unico parroco titolare ed ivi residente e magari anche col vice parroco dedito all’oratorio; ora questa realtà è cambiata rapidamente, anche se vi è sempre in ogni parrocchia un responsabile, pur non risiedendo sul posto ma garantendo comunque tramite se stesso o altri collaboratori il servizio e la cura pastorale. Diverse delle nostre parrocchie sono state affidate non più ad un Parroco stabile e ‘italiano’ ma ad un parroco o amministratore parrocchiale proveniente dall’estero. Mi riferisco soprattutto alle parrocchie (alcune anche grandi) rette dai sacerdoti provenienti da altri Stati (ben 29!), che sono un supporto per la nostra terra e che comprensibilmente talvolta hanno bisogno del nostro consiglio e vicinanza. Sono 14 sacerdoti! Sono fattispecie certamente molto diverse rispetto alla mentalità degli scorsi decenni. Unire le forze è sempre un bene per tutti. In alcune parrocchie abbiamo diversi collaboratori laici, preparati e molto disponibili come pure nelle Unità pastorali, che possono certamente ricoprire servizi ecclesiali ad eccezione di quelli prettamente sacerdotali. Ora, dobbiamo cambiare mentalità, non si può più pretendere di trovare sempre il sacerdote “fisso e stabile” in parrocchia poiché quasi tutti i nostri presbiteri (e molti anche anziani!) oltre a tutte le altre incombenze debbono seguire almeno tre-quattro parrocchie per ognuno, estese, lontane, diverse, con problematiche spinose da affrontare e con altresì il grande onere della gestione e salvaguardia delle imponenti chiese parrocchiali e delle tante cappelle sparse, nonché delle case parrocchiali e pertinenze, oltre che degli Oratori. Da non dimenticare che complessivamente sotto l’egida della Diocesi ruotano circa 500 chiese, di cui 115 chiese parrocchiali, oltre che i Santuari. Un onere ed una responsabilità enorme!”.
Prosegue don Davide Mussone: “La situazione che più preoccupa oltre alla carenza del clero è certamente il forte spopolamento: in 20 anni abbiamo perso più di 10.000 persone (5.000 ogni 10 anni, circa 500 persone all’anno!). In 30 anni la Diocesi ha perso più di 100 sacerdoti, senza contare il drastico calo dei religiosi e delle suore. Non è possibile in via definitiva fornire dati certissimi e matematici, ma potremmo dire che vi è un prete “ancora attivo in discreta forza ed età, italiano e non” ogni circa 2.300 fedeli sparsi nel territorio. E’ inutile nascondere la verità, i numeri parlano chiaro. E’ altrettanto vero che la nostra è una buona Diocesi, anche se con un territorio molto particolare e poco popolato ma bellissimo e panoramico, con un clero unito al suo Vescovo, che pur con i limiti di ognuno si impegna per il meglio delle proprie parrocchie e si sa aiutare nel caso di difficoltà, malattie, impegni. Personalmente, alla luce degli attuali dati, sono persuaso che la nostra Diocesi attualmente resterà tale e di ‘Casale Monferrato’ e che non verrà né estinta, né accorpata, né unita nella persona di un altro Vescovo. Vedremo nei decenni futuri… La nostra è una bella e attiva Diocesi, dobbiamo esserne fieri, anche se con pochi numeri, ma fiduciosi che il Buon Pastore mai abbandona il suo popolo, anzi, può essere uno stimolo ad impegnarci ancor più nell’unire le forze”.