BASSIGNANA – Emilia e Franco sono a casa, a Bassignana, un piccolo comune della provincia alessandrina. Intorno all’una di pomeriggio, ricevono una telefonata. Emilia risponde e parla con un uomo che si presenta come carabiniere. Chiede di parlare con Franco, suo marito, al quale dirà che deve recarsi in caserma per una notifica. L’uomo al telefono non sa che Franco è un carabiniere in congedo. Ha fatto parte delle squadre antiterrorismo negli anni ’70 e poi per quasi vent’anni è stato comandante della stazione di Ticineto. Gli anni sulle spalle non gli hanno fatto perdere lo smalto e capisce che qualcosa non quadra. Sta al gioco, si veste, segue le indicazioni dei truffatori e, perché tutto risulti più naturale, non dice nulla alla moglie. Appena Franco esce, i truffatori richiamano Emilia sul telefono di casa: sanno che ora è da sola. “Suo figlio ha investito una persona e rischia dai 3 ai 5 anni di galera”, dice l’uomo che si spaccia per carabiniere. Contemporaneamente, arriva una seconda telefonata sul telefono cellulare.
L’interlocutore si presenta come avvocato della parte offesa e chiede almeno 6 mila euro per potere riparare il danno ed evitare il rischio per il figlio di finire in prigione. Emilia è angosciata. È sola e in casa deve accudire l’anziana mamma di 97 anni.
Al telefono riceve pressioni dal finto carabiniere e sul cellulare la incalza il falso avvocato. Ha paura per il figlio. Racimola i soldi che ha in casa e accetta di consegnarli a una ragazza che si presenta poco dopo. Ma, quando la giovane incaricata entra nell’abitazione, il finto avvocato aumenta la richiesta. Ora i soldi non bastano: servono gioielli, tutti quelli che ha, e la ragazza inizia a frugare ovunque. Arraffa un anello, la collana di famiglia e si allontana. Ora al telefono non c’è più nessuno: hanno tutti riattaccato. Bassignana è un piccolo paese ma c’è la stazione dei carabinieri.
Franco sa cosa fare. Mentre la moglie è alle prese con i truffatori, va in caserma, avvisa i colleghi che c’è una truffa in corso e poi chiama i figli sincerandosi che stiano tutti bene. L’allarme di Franco attiva un grosso dispositivo di macchine e uomini.
Quattro auto civetta del Nucleo Investigativo di Alessandria circondano la zona. Arriva anche la pattuglia del comando di Bassignana. I carabinieri individuano la macchina dei truffatori sotto casa. Sono in due, hanno un fare sospetto e tengono il motore acceso.
Stanno aspettando che torni la ragazza che ha preso i soldi a Emilia e, appena arriva, si rimettono in marcia. Ma sono circondati dai carabinieri. Nonostante questo, i truffatori cercano di scappare e speronano un’auto civetta. Tutto inutile, non hanno scampo: l’incidente fa sbandare la loro auto che finisce in un fosso. La fuga è finita e vengono arrestati. Sono un 30enne campano e una 19enne pugliese. In auto con loro, anche una 18enne incensurata della provincia di Napoli, che viene denunciata in stato di libertà. Il Gip del Tribunale di Alessandria convalida l’arresto e applica nei loro confronti la misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico nelle località d’origine.