Le città più colpite sono Durazzo e Thumane, dove diversi edifici sono crollati, numerosissimi sono stati danneggiati. Ma il terremoto ha causato danni anche nelle città di Kruje, Lezhe, Tirana, Scutari, Lac, Lushnje, Fier. Il governo ha disposto la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado. Quando è avvenuta la prima scossa, era ancora buio e quindi si pensava che si trattasse sì, di un terremoto forte ma che i danni fossero contenuti. Durazzo poi è rimasta subito senza luce. Poi con le prime luci dell’alba, si è visto che i danni sono gravi, e non solo a Durazzo dove è stato l’epicentro ma anche nelle città vicine dove ci sono strutture lesionate. Ci sono già i morti, tantissimi feriti tanto che anche gli ospedali privati hanno aperto le strutture. Caritas Albania si è attivata subito. Si è messa in contatto con Caritas Italia e con Caritas Europa e due operatori si sono già recati sul posto per fare il punto della situazione. Qui collaboriamo con il Ministero degli interni, fa sapere la Caritas albanese, e una prima loro richiesta è quella di assicurare il supporto alimentare nei centri di raccolta sfollati che stanno per aprire a Shijak – Durazzo, 3 centri a Tirana, 1 a Helms-Kavaje ed 1 a Lezhe. Abbiamo poi scritto a tutti i direttori delle Caritas diocesane, ai religiosi e alle parrocchie per sapere la situazione e chiedere di dare disponibilità ad accogliere le persone in difficoltà nelle proprie strutture”, visto che moltissimi e per le prossime ore non potranno rientrare nelle loro case. Sono stati segnalati danni anche a Chiese ed edifici parrocchiali. Dalle immagini, la situazione sembra grave. Già ci troviamo in una Nazione provata, povera, con gravi difficoltà economiche e di lavoro, e il terremoto è ancora un’altra prova per questo paese. Siamo però fiduciosi che gli albanesi sapranno rialzarsi in piedi come abbiamo sempre fatto. I tempi per sanare le ferite e ricostruire le case distrutte saranno lunghi. Sarà un Natale particolare, un Natale per molti nelle tende”. Grande preoccupazione nella numerosa comunità albanese che è a Casale da quasi trent’anni anni e di cui molti provengono proprio dalla zona di Durazzo, la seconda città del Paese delle aquile. Abbiamo subito sentito un albanese di Durazzo, a Casale da venticinque anni e ora con tutta la famiglia cittadino italiano. Adnand Jashari, che è un bravo muratore cinquantenne, era stato a Durazzo con tutta la famiglia quest’estate a trovare la mamma ottantenne e appena sentito dalla radio al mattino presto la notizia del terremoto, con molta difficoltà è riuscito a telefonare ai parenti per avere notizie. L’abitazione della mamma è crollata e l’anziana signora, pur colpita dalle macerie, non è grave ma ha avuto un forte spavento. “In questo momento di profondo dolore per ognuno di noi e in modo particolare per le persone che per di più hanno sofferto e continuano a soffrire le conseguenze naturali del terremoto, la Chiesa in Albania con i suoi fedeli, ma anche la solidarietà delle Chiese sorelle dai diversi Paesi del mondo, esprimano la loro profonda vicinanza”. Lo scrivono i vescovi dell’Albania in un messaggio rivolto alle comunità, dopo il sisma che nella scorsa notte ha devastato il Nord del Paese balcanico. Il pensiero dei presuli è rivolto alle persone “la cui vita è stata interrotta”. “Alle loro famiglie esprimiamo le condoglianze sincere e la preghiera continua per i loro cari. Siamo vicini alle persone che da questa tragedia naturale sono rimaste ferite, sia nel fisico che nello spirito. Preghiamo per la speranza e per il recupero, perché usciremo più forti da questo dolore. Stiamo vicino e sosteniamo tutte le strutture di soccorso e ricerca impegnate per la salvezza delle persone”. I vescovi annunciano anche che “come Chiesa abbiamo attivato le nostre strutture caritative e di aiuto concreto per venire incontro alla popolazione maggiormente colpita dalla ondata distruttiva del sisma”. Infine, l’invito ai sacerdoti a celebrare la messa di oggi e quella di domani, seguendo il formulario del rito, dal Messale Romano, in caso di terremoti.