A volte ritornano. Non è il titolo, in questo caso, di un famoso libro ed altrettanto non lo è di un film di successo. E’ il ritornello, puntuale e sconfortante, che ci rimanda allo sfascio della sanità casalese. Era già successo un anno fa, più o meno di questi giorni, poi si è ripetuto a novembre (per una pausa di una settimana), quindi altre fermate ad inizio di quest’anno, ed infine, preciso all’appuntamento come un orologio svizzero, il guasto si è ripresentato venerdì 27 aprile, quando la TAC del nostro Ospedale è “diventata”, ancora una volta, inutilizzabile, con conseguenti gravi disagi per i pazienti che, per ottenere un esame importante e sovente anche urgente per la propria salute, devono essere trasferiti in altri ospedali della (Tortona, Alessandria). “Tutta la popolazione del nostro territorio – avverte Giorgio Demezzi, consigliere comunale FI e componente del Comitato per la difesa della salute dei cittadini monferrini – conosce questo problema, e non può accettare che non si intervenga. Come Comitato, abbiamo segnalato più volte questa situazione ed anche in un recente ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio comunale è stato ritenuto improrogabile l’acquisto di una nuova TAC”. E poi chiede che cosa “concretamente ha fatto il Sindaco per avviare un percorso risolutivo? Che cosa ha fatto il direttore generale dell’ASL AL, che si è solo preoccupato di evidenziare l’obsolescenza dell’apparecchiatura, quasi attribuendo ai suoi predecessori la colpa di questo problema?
Forse sarebbe meglio che proponesse una soluzione efficace invece di concentrarsi su inaccettabili proposte per privare il nostro Ospedale di importanti servizi amministrativi”. E’ evidente che questa situazione “non è più tollerabile – continua Demezzi – il Sindaco, il direttore generale debbono dirci come e quando verrà comprata una nuova TAC oppure ci dicano se debbono essere i cittadini ad organizzarsi per trovare risorse per l’acquisto”. E’ ormai scaduto il tempo di “proclami del Sindaco, riunioni, approvazioni di documenti a sostegno della salute dei cittadini – conclude Demezzi – Non servono più, occorre agire, indicare un percorso con dei tempi certi”, perché “i nostri malati non possono e non debbono vagare per ospedali della provincia” per ottenere un servizio fondamentale, e spesso anche urgente, per la loro salute.
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