Raccontare un pellegrinaggio è sempre molto impegnativo, si rischia a volte di fare una banale cronaca di fatti o di momenti trascurando di far emergere la forte esperienza di fede, di speranza e di carità costruita durante i sei intensi giorni che compongono il pellegrinaggio diocesano a Lourdes.
L’Oftal ogni anno si mette a disposizione della propria diocesi di appartenenza, sotto la guida del suo vescovo, affinché si realizzino le parole che la Vergine ha detto a Bernardette: “Vada a dire ai sacerdoti che si venga qui in processione e che vi si costruisca una cappella”. In questo anno il tema di Lourdes ci richiama, come è già stato detto, ad una profonda riflessione contenuta nella parola evangelica: “Beati voi poveri!” e nella frase della Vergine a Bernadette: “Non le prometto di renderla felice in questo mondo, ma nell’altro”. Chi va a Lourdes quest’anno avrà sicuramente un obbligo, di riflettere e ripensare alla vita di questa santa che per prima è stata povera e per merito della sua povertà ha potuto incontrare la Vergine in quel freddo 11 febbraio del 1858.
Il pellegrinaggio di Casale è partito alla volta di Lourdes con una rinnovata presenza di 380 pellegrini nelle prime ore di domenica 12 maggio con nove bus di cui cinque attrezzati per accogliere malati ed anziani e dare loro un conforto maggiore. Nella giornata del 13 maggio è partito anche l’aereo con 94 pellegrini a bordo con il nostro vescovo che da Caselle ha raggiunto il santuario mariano nella tarda mattinata.
Sono giunti a Lourdes quest’anno, oltre al personale Oftal ed ai malati e pellegrini che abitualmente si aggregano al nostro pellegrinaggio, anche un numeroso gruppo di amici della Caritas diocesana. E’ stata una esperienza nuova che ci ha emotivamente coinvolto e che ha potuto realizzarsi con la piena partecipazione da parte di tutti, rendendo questo pellegrinaggio unico ed umanamente ricco per aver riscoperto il fratello che ci sta accanto.
Tutti i momenti sono stati pienamente partecipati, dalla Santa Messa di apertura con l’accoglienza del personale al 1° e 2° anno di servizio, il passaggio alla grotta, l’accensione del cero per terminare ancora la giornata davanti alla grotta con la recita del Santo Rosario delle 18 con il nostro vescovo e con il cardinale emerito di Torino Mons. Severino Poletto. Tutto questo avveniva il 1° giorno di permanenza a Lourdes.
Nel 2° giorno ci sono stati momenti molti significativi. Abbiamo partecipato alla santa messa alla Grotta in cui è stata impartita la prima comunione a Laura, una bimba di 9 anni, ormai veterana di Lourdes, che ha voluto ricevere Gesù Eucarestia proprio a Lourdes, luogo amato da tutta la sua famiglia. Nel pomeriggio la processione eucaristica, grazie alla bella giornata di sole, si è svolta come nei tempi ormai lontani nell’Esplanade, il Santissimo è passato in mezzo ai malati e ci ha riportato alla mente il ricordo del miracolo occorso nel 1965 a suor Luigina Traverso con noi presente in pellegrinaggio. La giornata si è conclusa alle 21 con la processione con i ceri, “aux flambeaux”. Mi colpisce sempre osservare la fiumana di gente che segue in processione la statua della Madonna illuminata con le numerose candele accese. Associo l’immagine della candela accesa alla nostra fede che da sola è molto piccola ma unita a tutte le altre diventa una grande scia di luce.
Nella mattinata del 3° giorno il gruppo Caritas ed i bambini della Carrozza Bianca sono saliti alla Cité Saint Pierre per celebrare insieme la santa messa nell’ovile riadattato a cappella, dove ogni pellegrino ritrova la pace accolti dai volontari del “Secours Catholique”. In quel luogo il gruppo Caritas ha potuto ritrovare un momento di raccoglimento e di preghiera. Tutti i pellegrini ed i nostri ammalati hanno partecipato alla Santa Messa Internazionale in Pio X presieduta dal cardinale Poletto alla presenza di numerosi vescovi e sacerdoti provenienti da diverse nazionalità. Questa celebrazione mi ricorda la pentecoste cristiana, nello scambio della pace ritrovi nel proprio vicino colui che non conosci ma a cui dai la mano come se fosse un familiare compagno di viaggio. Nel pomeriggio si rientra nella storia e nella vita di santa Bernadette con la presenza di tutto il pellegrinaggio a Bartres, il villaggio nei pressi di Lourdes in cui la santa ha vissuto i mesi che hanno preceduto il suo particolare incontro con la Vergine alla grotta di Massabielle. Nella chiesa parrocchiale abbiamo recitato il santo rosario riflettendo sulla vita di Bernadette e pregando per la nostra diocesi, elevando una forte richiesta di nuove vocazioni per santi sacerdoti. La serata grazie ai nostri giovani ed ai giovani volontari della Caritas è trascorsa nell’allegria della festa a cui hanno partecipato i nostri amici ammalati presenti in accueil Saint Frai oltre al personale ed alcuni pellegrini provenienti dai vicini hotel.
Il 4° giorno, è l’ultimo giorno a Lourdes, è stato caratterizzato al mattino dalla santa messa di invio con la celebrazione degli anniversari di matrimonio e di professione religiosa e sacerdotale. E’ un momento di famiglia in cui, ogni festeggiato, si ritrova per vivere nella gioia del pellegrinaggio a Lourdes il ricordo di quel “primo giorno” che il tempo non ha cancellato. Tutti insieme nel pomeriggio abbiamo salutato la Santa Vergine che sarà lì ad aspettarci il prossimo anno.
Questo è il racconto, ma chi ha animato questo pellegrinaggio sono stati tutti coloro che lo hanno partecipato, è lì che troviamo il cuore di Lourdes, è in loro che troviamo le motivazioni che ogni anno ci fanno ritornare per dissetarci presso quell’acqua che sgorga in prossimità della grotta. Quest’anno tanti volti nuovi hanno fatto esperienza di pellegrinaggio con l’Oftal, erano giovani, dame, barellieri e sacerdoti, che hanno vissuto l’impegno di un servizio, che hanno scoperto che c’è più gioia nel dare che nel ricevere, ma c’erano anche pellegrini e soprattutto malati che hanno ritrovato nell’Oftal una realtà familiare ed accogliente. Queste sono state le impressioni che ho colto tra le persone, ed è per questo che si può dire che un pellegrinaggio è ben riuscito, non per le belle cerimonie, ma perché esso è entrato nel cuore di tutti.
Di tutto e di tutti ne faremo tesoro. Sarà questo il motivo per continuare ad impegnarci affinché Lourdes si possa vivere tutto l’anno.
Gigi Rosolen