FUBINE – “Un ex-ragazzo di oggi, figlio di un padre strappato alla vita, racconta quel padre, Aldo, partigiano con i suoi sei fratelli nella banda Cervi, per rivendicare la sua storia e, al tempo stesso, per rivendicare di essere figlio di un uomo, non di un mito pietrificato dal tempo e dalle ideologie” . È questa la storia raccontata da Adelmo Cervi, con Giovanni Zucca, nel libro “I miei sette padri. Storia di un padre partigiano raccontata da un figlio” che verrà presentato mercoledì 16 agosto alle 20.30, nell’ambito della Festa dell’Unità.
Adelmo Cervi è figlio di Verina Castagnetti e Aldo, terzogenito dei sette fratelli Cervi fucilati dai fascisti al poligono di tiro di Reggio Emilia il 28 dicembre del 1943. Adelmo aveva appena compiuto quattro mesi.
Suo padre Aldo, classe 1909, è certamente il più noto dei sette fratelli. Intraprendente, inquieto, intransigente con se stesso e con il proprio tempo, semina in famiglia il germe dell’antifascismo già nei primi anni ‘30. La storia dell’antifascismo praticato dei Cervi ricalca spesso la biografia di Aldo. Dai contatti con Lucia Sarzi, alle prima azioni culturali e solidali contro il regime: una vicenda personale impossibile da comprimere in poche righe.
Suo nonno Alcide pubblicò nel 1955 “I miei sette figli”, a cura di Renato Nicolai, un classico della Resistenza stampato in centinaia di migliaia di copie e tradotto in moltissime lingue.
In memoria della sua famiglia, Adelmo rivendica le idee di libertà e di giustizia per cui hanno combattuto e dato la vita, mettendo il suo lutto privato a disposizione della memoria pubblica, in una personale ricerca di un ‘senso’ e di un’appartenenza alla sua terra, alla sua famiglia e ai valori antifascisti.