In fondo è sempre stata una questione di tempo. Passione, inconscio e cuore andavano in direzione opposta, ma la cruda realtà ha obbligato a riporre tutti i sogni nel cassetto.
Oggi, dopo settimane di attesa e consultazioni, è arrivata anche l’ufficialità da parte della Lega Nazionale Dilettanti: la stagione 2020-21 è finita. Stop a tutti i campionati, dalla Promozione in giù, compresi ovviamente i tornei giovanili di ogni ordine e grado. Le classifiche vengono cancellate con un colpo di spugna e la ripartenza dello scorso mese di agosto rimarrà nella storia come un tentativo di rinascita e nulla più. La notizia è di fatto molto pesante per tutto il movimento. Un anno perso? No, perché non va dimenticato che l’attività agonistica era stata interrotta a febbraio 2020 e quindi stiamo parlando di un universo calcistico dilettantistico fermo ai box da una stagione e mezza. Le conseguenze dell’impatto COVID sul movimento le vedremo in futuro e saranno disastrose. L’aspetto economico sarà il primo ad emergere, ma per le giovanili perdere un anno e mezzo di attività sarà devastante.
Il punto in casa JCP proviamo a farlo con il presidente Roberto Zanforlin, al quale chiediamo subito cosa pensa di questo definitivo stop.
“Giusto così. Non era possibile anche solo pensare, che si sarebbe potuto riprendere in queste condizioni. Parlo innanzitutto di situazione sanitaria e di garanzie di sicurezza, che in fin dei conti non ci sono mai state nemmeno nella scorsa estate. Mi spiace che sia atteso così tanto per decidere; sei mesi dove ci si è illusi, ma che sono serviti solo ad aumentare uno stato generale di confusione. Mi auguro di poter ricominciare in condizioni che assomiglino sempre più a quelle normali, ma soprattutto che ci si possa muovere in totale sicurezza”.
Nelle prossime settimane, potrebbero aprirsi spiragli per la ripresa degli allenamenti?
“Credo che questo sarà molto difficile. In questo momento l’epidemia è tutt’altro che sotto controllo. La campagna vaccinale stenta a decollare e di conseguenza le “maglie” non si possono allentare. Giusto o no, non sta a me dirlo. Quello che devo fare è il bene della società e dei ragazzi e finchè non sarà possibile usufruire di spogliatoi e palestre, tornare ad allenarsi è impossibile. Sarebbe fondamentale per il gruppo, per il piacere di stare insieme, ma la vedo difficile per il momento”.
Il progetto JCP va avanti. Quali le prime cose da fare in prospettiva 2021-22?
“La JCP ha deciso di proseguire. Non è possibile far finta che nulla sia accaduto perché, soprattutto per il discorso legato ai giovani, perdere un anno e mezzo crea enormi difficoltà. Tuttavia il progetto resta. Vogliamo confermare tutti, dallo staff ai giocatori, perché abbiamo un discorso da portare a termine e vogliamo farlo ribadendo la fiducia in un gruppo che riteniamo all’altezza, sia per qualità tecniche che umane. Probabilmente la prima cosa da fare sarà analizzare la questione legata agli under. Saranno ancora i nati nel 99 o si passerà ai 2000? Speriamo che, qualunque sia la decisione, venga presa il più velocemente possibile, al contrario dell’anno scorso”.
Restare così tanto tempo fermi ai box potrebbe offrire l’opportunità per pianificare in maniera diversa l’attività giovanile.
“Il mio sogno da sempre è quello di ampliare il giovanile, ma purtroppo le difficoltà sono enormi. Non parlo solo per noi, ma anche per società con numeri decisamente più importanti. Esistono forti dubbi sulle future adesioni, ci sono meno bambini e la situazione pandemica non aiuta. Abbiamo iniziato un percorso con un gruppo di ragazzi del 2006 e contiamo di proseguire. La Juniores? La questione legata agli under per la prima squadra chiarirà se potremo andare avanti con il gruppo 2020-21 oppure se dovremmo mettere mano ad una profonda ricostruzione”.
Qual è il messaggio del presidente ai ragazzi e ai tifosi della JCP?
“In questo momento voglio che la gente sappia che la JCP rimane un punto fermo sul nostro territorio. Qui non si smobilita, anzi! Cercheremo di moltiplicare l’impegno affinchè si possa garantire a tutti di portare a termine il discorso iniziato nell’estate del 2020. Ai ragazzi manca il campo, a noi come dirigenza manca il piacere di vederli giocare esprimendo il loro valore ed il loro attaccamento alla maglia. Ai tifosi mancano quei maledetti 90 minuti di partita. Insomma, a tutti noi è venuto meno qualcosa e l’intenzione è quella di lavorare per farsi trovare pronti nel momento della prossima ripartenza, che spero possa essere quella definitiva”.
La LND nell’estate scorsa ha provato a fare un tentativo, facendo leva sulla passione dei tesserati (dirigenti, tecnici ed atleti), motore trascinante di questo incredibile universo. Sarà così anche per la stagione 2021-22, con prospettive che sembrano essere migliori ed incoraggianti, legate alla campagna vaccinale. Il pallone tornerà a rotolare sul prato verde, le tribune si ripopoleranno e i ragazzi potranno condividere la loro passione sportiva con compagni ed avversari. Lo dice il cuore e questa volta speriamo sia d’accordo anche la realtà.
Perché sia davvero, solo e soltanto, una questione di tempo.