CASALE (E.M.) – Nuovo appuntamento nell’ambito di “Cantiere Speranza”, il ciclo annuale di incontri culturali promossi dalla Diocesi di Casale. Domani, venerdì 28 febbraio, alle ore 21, nella sala Cavalla del Seminario vescovile in piazza Nazari di Calabiana, il professore don Claudio Doglio, biblista e docente alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, terrà una conferenza dal titolo “Dio ha un volto umano?”.
Dopo il dialogo dello scorso dicembre con la prof.ssa Rosanna Virgili, incentrato sull’umanità di Gesù, quello di Doglio sarà un nuovo approfondimento sugli aspetti pienamente umani della vita del Cristo, tema scelto dalla Diocesi per il ciclo di conferenze di quest’anno. Gli incontri di “Cantiere Speranza” sono promossi tramite i servizi per le Pastorali della Cultura, Scolastica, Giovanile, Sociale e del Lavoro, Salute e anziani.
Le iniziative di cultura biblica “Crescere con la Parola” sono dirette dal vescovo emerito di Mondovì, mons. Luciano Pacomio, con il coordinamento del vicario generale mons. Désiré Azogou, la collaborazione di don Samuele Battistella e della commissione Formazione permanente della Diocesi e dell’Ufficio Beni culturali. «Il volto di Cristo è il volto amato, desiderato, atteso – ha spiegato in un’omelia di qualche tempo fa don Claudio Doglio – guardare il volto di Cristo significa trasformarci in Lui, avere davanti agli occhi lo sguardo dell’amico, nutrire il desiderio di incontrare l’amico per essere sempre con lui. Contemplare direttamente il volto del Signore dopo averlo desiderato tutta la vita è la beatitudine eterna, è l’incontro con la persona amata, è il Paradiso, è un incontro di amore coltivato nel tempo che diventa il fine eterno della nostra esistenza e porta a compimento ogni altro desiderio».
Il ciclo di conferenze terminerà in compagnia del professor don Riccardo Battocchio, il 14 maggio, nella chiesa di Sant’Antonio, parlando di “Gesù la nostra speranza”.
Don Battocchio l’altro giorno è stato nominato Vescovo di Vittorio Veneto da papa Francesco. Si ricorda che l’ingresso è aperto a tutti e che la conoscenza della Scrittura è oggi una responsabilità dei credenti.