Il 15 Aprile 2017 ci lasciava Allan Holdsworth uno dei chitarristi più innovativi del XX secolo, dotato di un inconfondibile fraseggio e dalle soluzioni armoniche strabilianti, con un’espressività drammatica negli assoli, molto simile al suono del violino. Il suo stile era ricco di sentimento e non si lasciava mai andare ad un virtuosismo fine a se stesso, un caposcuola al quale si sono ispirati diversi chitarristi. I primi successi con i Nucleus di Ian Carr, poi i Tempest band nata sulle ceneri dei Colosseum, con Tony Williams e i suoi New Lifetime sostituendo un altro mostro della chitarra John McLaughlin che nel frattempo ha formato la Mahavishnu Orchestra, i Soft Machine, tutti se lo contendono. Nel frattempo inizia la sua carriera da solista, poi i Gong, Jean-Luc Ponty, Bil Bruford oltre che nei suoi dischi solisti con Bill formerà il supergruppo United Kingdom, Level 42 e tanti altri. Una leggenda della chitarra fusion, l’incontro tra il jazz e il rock, tantissimo “avanti”, probabilmente dopo Hendrix quello che ha maggiormente rinnovato lo strumento chitarra. E sul palco esecuzione musicale da sogno, non scena.
Rubrica a cura di Paolo Deregibus, insegnante corso di canto presso scuola Step Out di Casale Monferrato.
Info: Paolo Deregibus Music Project (Facebook)
Scuola “Step Out Art Studio”
Redazione “La Vita Casalese”