In passato numerosi brani musicali italiani godevano di un successo che varcava i confini del belpaese e raggiungeva la fama internazionale. Si trattava di canzoni che appartenevano a un genere melodico-romantico, oggi ritenuto poco contemporaneo. La musica italiana è la terza più ascoltata nel mondo, dopo quelle in lingua inglese e spagnola, ma le canzoni della nostra tradizione vengono riproposte prevalentemente da artisti stranieri, come ad esempio Micheal Bublè che canta spesso in italiano. Tutte le nazioni sono orgogliose delle loro tradizioni, anche musicali, gl’italiani invece, affetti da un complesso d’inferiorità e dalla paura d’essere considerati “antichi” sono convinti d’essere credibili solo se scopiazzano stili stranieri e propongono imitazioni di generi musicali, prevalentemente quello anglosassone, sorprendendosi se poi queste produzioni non riescono a sfondare oltre i confini nazionali. Inoltre, una grande capacità vocale o strumentale e interpretativa sono alla base del successo di qualsiasi artista, mentre in Italia, anche e soprattutto tra gli addetti ai lavori, si stupiscono quando qualcuno raggiunge il successo grazie a queste qualità, pur essendo la patria del belcanto. Esprimendo questa perplessità solo nei riguardi di artisti di casa nostra, a nessuno di loro verrebbe in mente di chiedersi i motivi del successo di artisti d’oltreoceano famosi per le loro splendide e memorabili interpretazioni. Un’altra convinzione è che i cantanti famosi siano anche tutti autori dei loro brani; ad eccezione delle band, invece dietro ogni star ruotano una schiera di compositori, autori di testi e arrangiatori, i cosiddetti ghostwriters, all’artista spetta il compito di farle sue e di trasmettere poi queste emozioni a chi ascolta e nessuno può negare che anche questa è una forma d’arte.
Rubrica a cura di Paolo Deregibus, insegnante corso di canto presso scuola Step Out di Casale Monferrato.
Info: Paolo Deregibus Music Project (Facebook)
Scuola “Step Out Art Studio”
Redazione “La Vita Casalese”