All’inizio degli anni 60 vi fu un fermento musicale in Europa paragonabile solo agli anni d’oro dei grandi compositori della musica classica. Dopo il periodo di stanca del blues, in Gran Bretagna, vi furono artisti, in primis Alexis Korner, che diedero vita a un’innovazione musicale, pescando dal blues e dal rock’n’roll europeizzandolo. Vi fu una scuola e fucina di musicisti innovativi come i futuri Rolling Stones e i Cream, solo per fare 2 nomi. Un discorso a parte lo meritano i Beatles che diedero vita alla cosiddetta British invasion che spopolò addirittura negli States, sempre restii nel XX secolo alle novità musicali non provenienti entro i propri confini. Nei ’70 esplose soprattutto il progressive rock, un’evoluzione del rock psichedelico che diede al rock maggior spessore culturale. Purtroppo oggi viviamo sempre più bassi culturalmente, rimasti ancorati all’immagine, al degrado musicale post-punk, al rap, all’individualismo, alla moda. Un’avvelenamento culturale che dura da decenni, il pensiero, reso tutto effimero, superficiale, ma colorito, come una droga che ti annebbia la vista, e l’occidente ne è sempre più intossicato. E sicuramente la politica, una certa parte di politica, non stimola sicuramente lo spirito critico, meglio tenere un popolo ignorante sotto tutti i punti di vista. La musica, soprattutto certa musica, non si deve guardare ma ascoltare, chiudere gli occhi e immaginare ciò che vogliamo.
Rubrica a cura di Paolo Deregibus, insegnante corso di canto presso scuola Step Out di Casale Monferrato.
Info: Paolo Deregibus Music Project (Facebook)
Scuola “Step Out Art Studio”
Redazione “La Vita Casalese”