Produzione molto più che dimezzata con perdite che arrivano al 75% e forse anche oltre se parliamo di acacia ma è crisi anche per tarassaco, tiglio e castagno. Un anno nero per gli apicoltori della provincia di Alessandria: le difficoltà si sono fatte sentire nei circa 27.000 alveari presenti sul territorio provinciale che, a causa dell’andamento climatico anomalo con l’inverno bollente, il gelo in primavera e un’estate divisa tra caldo africano, siccità e violenti temporali ha distrutto le fioriture. Risultato? Un raccolto di miele che quest’anno sarà tra i più bassi degli ultimi decenni con 1 vaso di miele su 4 che arriverà dall’estero.
“Le difficoltà delle api sono un pericolo grave per la biodiversità considerato che questi insetti contribuiscono all’impollinazione – afferma il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Con una produzione in calo, il rischio è ora che venga incrementato ulteriormente l’arrivo massiccio di miele dall’estero che, spesso, di miele ha ben poco. A far, infatti, concorrenza al nostro miele non è solo la Cina, ma anche l’Est Europa da cui ne proviene una gran quantità a basso costo e che non rispetta i nostri standard qualitativi. Per questo ai consumatori ricordiamo di leggere con attenzione l’etichetta, poiché l’indicazione d’origine è obbligatoria per il miele, e di privilegiare gli acquisti presso i punti di vendita diretta in azienda o nei mercati Campagna Amica”.
“Alla luce di questa situazione, è opportuno che anche l’agroindustria scelga il vero miele del territorio, attivando progetti economici di filiera che possano garantire la giusta valorizzazione del prodotto ed il lavoro degli imprenditori, e che venga resa omogena la legislazione comunitaria per non penalizzare le produzioni ottenute rispettando le rigide norme di sicurezza italiane rispetto a quelle dei Paesi con sistemi di controllo più permissivi, come avviene per il miele proveniente dalla Cina e dall’est Europa”, aggiunge il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo.
Con la conversione in legge del D.L. 25 maggio 2021 n 73 art 71, cosiddetto “Sostegni bis”, sono stati ottenuti per il settore apistico cinque milioni di euro per fornire un aiuto economico agli apicoltori che hanno subito pesanti danni a seguito delle brinate, gelate e grandinate eccezionali nei mesi di aprile, maggio e giugno 2021.
“Le risorse stanziate, pur apprezzabili, non risultano tuttavia sufficienti rispetto ai danni subiti dal settore apistico durante il 2021 per effetto degli eventi climatici anomali”, concludono Bianco e Rampazzo.
In media una singola ape visita in genere circa 7.000 fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di esplorazioni floreali per produrre un chilogrammo di miele. Un ruolo fondamentale considerato che dall’impollinazione dalle api dipendono, in una certa misura, ben tre colture alimentari su quattro, come mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri e i meloni, ma l’impollinazione operata dalle api è fondamentale anche per la conservazione del patrimonio vegetale spontaneo.
In Italia esistono più di 60 varietà di miele a seconda del tipo di “pascolo” delle api: dal miele di acacia al millefiori, che è tra i più diffusi, da quello di arancia a quello di castagno più scuro e amarognolo, dal miele di tiglio a quello di melata, fino ai mieli da piante aromatiche come la lavanda, il timo e il rosmarino.
Il ruolo insostituibile svolto da questo insetto è confermato da Albert Einstein che sosteneva che “se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”.
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