Le iniziative di CasaleBeneComune si susseguono senza sosta: venerdì 13 marzo alle ore 21 presso la libreria Mondadori di via Roma, si terrà la terza serata di letture a tema. In prossimità del 8 marzo il tema scelto è “LE DONNE RESISTENTI”. Chiunque conosca bei brani che narrano episodi di resistenza di donne, non solo a regimi, ma a soprusi, guerre, pregiudizi, discriminazioni, e sappiamo quante situazioni di questo tipo esistano, è invitato a portali e leggerli, altrettanto piacevole è venire semplicemente ad ascoltare e conoscere.
Riteniamo però estremamente utile un resoconto della conferenza di Alberto Zoratti, coordinatore di
Fairwatch / campagna STOP TTIP, sul Trattato Transatlantico di Libero Scambio, al fine di informare i cittadini su un tema ai più sconosciuto, pressoché assente dai nostri media, a differenza di quanto accade in altri paesi Europei in cui è all’ordine del giorno, che potrebbe presto avere un forte impatto sulla nostra società.
Zoratti ha dapprima illustrato il metodo, pressochè segreto, con cui il trattato viene discusso dal Commissario Europeo al Commercio, come tutti i Commissari non eletto ma nominato da un governo; agli atti del trattato, un corposo faldone di circa 1500 pagine, hanno accesso esclusivamente i Parlamentari Europei della Commissione Commercio, che li possono consultare in una stanza custodita, senza poterli scaricare o fotocopiare, cosa che ha suscitato le forti ma inutili poteste di alcuni gruppi di opposizione, tra cui i 5 STELLE. Il testo definitivo non potrà essere emendato, ma solo approvato o respinto e, poiché sarà sconosciuto ai parlamentari (chi avrà voglia di leggere 1.550 pagine?), questi voteranno in conformità con le indicazioni dei rispettivi gruppi.
Per quanto riguarda i contenuti, il trattato agirà marginalmente sui dazi, già bassi sulla maggior parte delle merci, dal 3 al 5%, ma modificherà profondamente la parte normativa, estremamente differenziata tra Europa, che presenta norme stringenti su qualità, sicurezza dei prodotti, sicurezza sul lavoro, tutela dell’ambiente, ecc. e Stati Uniti, caratterizzati da normative molto lasche. L’esito più probabile sarà un accordo che, come sempre, favorirà le multinazionali e la grande industria, soprattutto Statunitense, che opera in un mercato deregolamentato, a scapito della piccola industria e dell’artigianato che rappresentano la forza economica del nostro Paese.
Un altro grande capitolo riguarda l’agricoltura: anche in questo caso l’apertura dei mercati a prodotti attualmente non commerciabili secondo le normative di molti Paesi Europei, favorirà le colture estensive delle multinazionali dell’agroalimentare, l’introduzione di cibi transgenici che, come abbiamo letto in un recente intervento del nostro viticoltore Sergio Ganora, prersentano indubbi vantaggi, ma su cui sarebbe utile un serio confronto tra esperti per valutarne i potenziali svantaggi, tra tutti il fatto che semi e piante transgeniche sarebbero prodotti da pochissime industrie detentrici delle sofisticate tecnologie necessarie che, mandati fuori mercato i tradizionali prodotti dell’agricoltura, non solo annullerebbero la ricchissima biodiversità del Pianeta con conseguenze imprevedibili, ma instaurerebbero un monopolio mondiale delle sementi e, in conseguenza delle modificazioni genetiche, probabilmente anche dei concimi e dei fertilizzanti. Difficilmente da questo trattato ne uscirebbe tutelata la denominazione d’origine, del tutto inconcepibile negli USA, dove solo il marchio ha valore, con l’esito finale di annullare un’altra grande forza del nostro Paese: l’agricoltura di qualità.
Da ultimo, il trattato prevede la costituzione di un organismo indipendente di arbitrato, sostanzialmente costituito da Avvocati e Giuristi che, su istanza di aziende che si ritengano danneggiate da normative di uno Stato, in materia di tutela del lavoro, sicurezza, tutela ambientale, potrà condannare quello Stato a onerosi risarcimenti, un altro modo per ridurre ulteriormente la sovranità dei Popoli a vantaggio delle Multinazionali.
I pochi interventi pubblici sul tema in Italia, evidenziano in gran parte le opportunità per i produttori di questo trattato, che amplierà i mercati. Qualcuno sicuramente vincerà, difficilmente però saranno i Paesi Europei : una simulazione effettuata da esperti nominati dalla Commissione Europea stima un aumento dei flussi commerciali dall’Europa agli USDA del 65%, ma di ben il 118% dagli USA all’Europa. Inoltre si è visto in passato che all’incremento dei flussi commerciali tra due aree, ne è conseguito un decremento con altre aree; in questo caso probabilmente di ridurrebbero gli scambi tra Paesi Europei, portando ad un’implosione dell’Unione Europea, che proprio sul libero scambio interno è impostata, penalizzando ancora una volta i piccoli produttori, in genere più attrezzati per le esportazioni all’interno del UE che verso altri continenti.
Cosa fare per evitare quella che potrebbe rivelarsi una catastrofe commerciale per il nostro Paese?
E’ in corso una raccolta firme per una petizione contro il Trattato, che in Europa ha già raccolto 1.500.000 adesioni, da poco partita in Italia. La Rete NO TTIP ITALIA chiede di far nascere comitati nelle città, per informare cittadini, Associazioni di Categoria, Associazioni di Volontariato (alcune già attive) Amministratori locali, affinchè sia diffusa la consapevolezza delle probabili conseguenze di questo Trattato. Casale BeneComune, si spera insieme a tanti altri soggetti, farà, per quanto può, la sua parte.