Sono ancora ai domiciliari e potrebbero restarci ancora per molto tempo. Per Davide Sandalo, 55 anni ex presidente del Consiglio Comunale, e Ubaldo Omodeo Zorini, 67enne di origini tortonesi ma residente a Casale, i Pm Francesco Alvino e Davide Pretti della procura di Vercelli avevano chiesto la detenzione in carcere, ma probabilmente il Gip ha ritenuto superato il rischio di inquinamento delle prove, e inesistente il pericolo di fuga. Di fronte ai magistrati Sandalo, difeso dall’avvocato Stefano Bagnera, si è avvalso della facoltà di non rispondere e quindi non ha fornito spiegazioni né sui circa diecimila euro in contanti ritrovati in casa durante la perquisizione, né sul fatto che il suo nome sia stato accostato alla “stecca” da 5mila euro presa da Omodeo Zorini al Golf Club Margara di Fubine. Una prassi in questa fase delle indagini, che permette all’imputato di rinviare eventuali risposte o spiegazioni, all’esito dell’esame degli elementi di prova della Procura. Nelle mani degli inquirenti, documenti, computer ma anche telefoni cellulari e le trascrizioni di intercettazioni telefoniche ed ambientali, oltre che alle prime deposizioni delle persone ascoltate.
“Sfrontato e squallido”
Sandalo, indagato per induzione indebita e istigazione alla corruzione, è accusato di aver chiesto una tangente al titolare della cooperativa biellese Eurotrend, Francesco Montoro, per fargli vincere la gara relativa ai servizi scolastici comunali (per anni assegnati alla cooperativa casalese Puntoservice), con la promessa di un “aiuto” anche in appalti futuri. Un atteggiamento definito “sfrontato e squallido” da Paolo Tiramani, ex consigliere regionale della Lega Nord ed ora dirigente della cooperativa biellese, che racconta: «Avevamo già vinto la gara d’appalto ma poi ci è stato comunicato che la stessa era da rifare per un vizio di forma. A quel punto siamo stati contattati e abbiamo subito fiutato che c’era qualcosa di strano». L’incontro si è svolto nell’alessandrino e, secondo la ricostruzione di Tiramani, Sandalo avrebbe chiesto in modo esplicito la mazzetta come «spese istruttorie» e rilanciato garantendo la propria influenza su gare future. «Io risposi che la gara l’avevamo già vinta – prosegue Tiramani – ma mi rispose che non ce l’avevamo ancora fatta». Riferita la vicenda a Montoro, di fronte a tanta “sfrontatezza”, il titolare di Eurotrend non ha avuto dubbi e ha denunciato il fatto alla Guardia di Finanza. Secondo le direttive delle Fiamme Gialle, quindi, è stato organizzato un secondo incontro, quello del Golf Club Margara, facendo credere di essere disposti a pagare la mazzetta. Le banconote però sono state tutte fotocopiate e la sala è stata cosparsa di telecamere e cimici. All’incontro si è presentato Ubaldo Omodeo Zorini che dopo aver ricevuto la busta con il contante, si è visto accerchiare dagli uomini della Finanza che lo hanno arrestato in flagranza di reato.
CASO SANDALO: LE PRIME REAZIONI
CASALE – Quando vinse le elezioni il sindaco Palazzetti parlò di «vittoria della legalità», forse riferendosi all’inchiesta che coinvolgeva l’esponente di Forza Italia Nicola Sirchia, poi assolto con formula piena. A poco più di un anno uno tra i più autorevoli esponenti del Pd, Davide Sandalo, è finito agli arresti domiciliari: un assist eccezionale per l’opposizione che, terminato il periodo garantista e da “viaggio di nozze”, è subito intervenuta con le prime reazioni.
Il primo a rompere il ghiaccio è stato Giuseppe Ferrigno (Movimento 5 Stelle) che di fronte alla presa di posizione di Beppe Grillo, che ha pubblicato un intervento contro Sandalo sul proprio blog, non ha potuto far altro che prendere posizione. Ferrigno pretende «che Sindaco e Amministrazione si costituiscano parte civile» e che vengano date «doverose spiegazioni da parte del Primo cittadino e dell’Assessore competente» oltre a dover chiarire per quale motivo «una carica istituzionale, come il presidente del Consiglio, che dovrebbe quindi occuparsi dei lavori dell’assemblea casalese, si trova immischiato in una torbida storia sulla quale non aveva alcun tipo di competenza».
Paolo Gabotto e Vito De Luca (Forza Italia), che si definiscono “graniticamente garantisti” anche quando si tratta di avversari politici, non nascondono la propria preoccupazione di fronte «all’ordinanza di arresto del Presidente Sandalo, e l’incontrovertibile coinvolgimento dello stesso in procedure di gara», richiedendo «un intervento di estrema chiarezza da parte del Sindaco che non può trincerarsi dietro al silenzio ed alle dichiarazioni formali». Inoltre alla Capigruppo il capogruppo azzurro ha chiesto «che gli uffici riferiscano in merito allo stato delle gare di appalto comunali oggetto d’indagine».
Il Sindaco Titti Palazzetti replica confermando «l’immediata offerta di piena collaborazione da parte dell’Amministrazione comunale alla Magistratura». Necessario, inoltre «tenere ben distinte le responsabilità imputate a Sandalo dalle procedure di gara, che non sono state acquisite agli atti. La perquisizione avvenuta in Comune ha coinvolto solo l’ufficio di Sandalo e nessun documento è stato esportato da altri uffici. Pertanto la gara si è svolta in regolarità ad opera di una commissione di funzionari del Comune e sotto il controllo del Segretario Generale, persona di specchiata onestà». Per quanto riguarda la «vittoria della legalità – ha confermato il Sindaco – l’impegno del Governo cittadino su questo fronte è, e resta, cristallino e si fonda sulla collaborazione e su un dialogo continuo con le Forze dell’ordine, con tutte le Istituzioni preposte a garantire la sicurezza dei cittadini e il rispetto della legge. Questo vale nella quotidianità e vale anche, soprattutto, in situazioni difficili come queste. Il Sindaco, come rappresentante della città, si considera parte offesa e si costituirà parte civile qualora si giunga al processo, fermo restando la presunzione di non colpevolezza nei confronti dell’indagato».
Interviene anche “Libera”
Gli sviluppi dell’indagine che ha portato, nei giorni scorsi, agli arresti domiciliari per il Presidente Davide Sandalo, accusato di istigazione alla corruzione ed induzione indebita e all’arresto in flagranza di Ubaldo Omodeo Zorini, ha sollecitato anche un intervento della sezione di Casale di “Libera”, l’associazione di don Luigi Ciotti da tantissimi anni simbolo dell’antimafia. «L’impegno di Libera contro la corruzione – cita una nota ufficiale – si è manifestato in molte occasioni. Per questo, non possiamo restare indifferenti di fronte ai recenti fatti che hanno vista coinvolta la nostra città. Fatti che, se dovessero essere accertati e se un eventuale processo dovesse provare le responsabilità dei soggetti coinvolti, sarebbero estremamente gravi e indegni per il nostro territorio. Nella primavera del 2014, in vista delle elezioni comunali, abbiamo chiesto ai candidati di tutte le forze politiche di affermare il loro impegno per un’amministrazione trasparente e rispettosa della legalità. Alla luce di quanto sembra emergere negli ultimi giorni, rinnoviamo con ancora più forza l’invito al mondo politico a irrobustire i propri anticorpi contro la corruzione e a lavorare insieme senza timore per il bene della città. Ultimo ma non per importanza, esprimiamo come sempre solidarietà e vicinanza a coloro che, con onestà, manifestano il coraggio di denunciare e di contribuire a far emergere la verità».