CASALE – A distanza di cinque anni dalla “Laudato sii” Papa Francesco ha pubblicato il 30 ottobre 2020 una seconda Enciclica scritta tutta interamente da lui con profondissime risonanze legate alla Rivoluzione francese, alla grande tradizione francescana e degli ordini mendicanti, ma certamente con una componente fortissima di tipo biblico. Il postulato di una fraternità universale appartiene, infatti alle narrazioni patriarcali del Libro della Genesi. L’essere figli di un solo Padre fonda alla radce il diritto dovere alla fraternità universale. E’ la pretesa vera di una comunità umana pacifica perché comunque rivolta a un Padre di tutti che guarda dal cielo i suoi figli. Sulla “fraternità possibile” Papa Francesco ha giocato tutto il suo lavoro di Pastore e di Profeta fino agli ultimi giorni passati al congresso delle religioni in Kazakistan. La vita quotidiana dei cristiani attingendo ai testi biblici e mettendo al centro la Parola e la legge divina può aiutare concretamente questa umana fraternità. Sulla fraternità come esperienza di cammino e come dono, pure in un contesto di imperfezione, rifletterà il nuovo Priore di Bose Fratel Sabino Chiala’ il 6 ottobre,alle ore 21, nell’Auditorium Sant’Antonio nella riunione di apertura di “Crescere con la Parola”. È una grande occasione per la nostra Diocesi il poter incontrare per la prima volta un grande biblista e un personaggio assai significativo per la stessa Chiesa piemontese. Sarà anche e soprattutto un importante momento per considerare la dimensione sinodale alla luce della Parola di Dio per quella fraternità possibile che il Sinodo ci richiede. La presenza del Priore di Bose è altresì significativa per consentire a tutti noi di ascoltare una lezione attiva improntata all’ascolto non soltanto della Scrittura, ma anche dei “Segni dei tempi” contemporanei. Il rischio di una “antigenesi” nucleare determinato dalla escalation militare in Ucraina o comunque quello di una guerra mondiale non può lasciare oggi i cristiani indifferenti alla attivazione di “cammini” e di “mosaici di pace” come quelli rappresentati dai segni di fraternità che tanti uomini di buona volontà realizzano in forma semplice in mezzo a noi come testimoniato la scorsa settimana ad Assisi. Le grandi narrazioni bibliche e le storie di fraternità difficili e sofferte in esse contenute ci possono insegnare a reagire con quella speranza che Papa Francesco affida alla strategia di pace affidata ai cristiani e a tutti gli uomini di buona volontà. Perché fratelli non si nasce, ma si diventa e la fraternità è l’unica concreta alternativa rispetto al nulla di fronte a noi!
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