Ancora una volta l’Università di Pavia vede protagoniste due casalesi. Sabato 5 maggio 2018 presso l’Università degli Studi di Pavia Sabina Malgora, quale Direttore del Mummy Project e Curatore Scientifico della Sezione Egizia delle Raccolte Archeologiche universitarie, sotto la direzione del Prof. Maurizio Harari, presenterà i risultati del lavoro di ricerca svolto durante lo scorso anno, presso il Salone del Rettorato (Strada Nuova 65). Il progetto cofinanziato da Regione Lombardia “Guardare e non toccare è una cosa da imparare! … Sarà proprio vero?”, è stato concepito per coinvolgere pubblici ‘diversi’ (per età, abilità, esperienza). L’evento è curato da Vittoria Oglietti di Smov di Casale Monferrato. Saranno presentati i risultati del lavoro svolto dagli specialisti del Mummy Project, in particolare Chantal Milani, Jonathan Elias e Francesca Motta, oltre alla Malgora. Lo scorso autunno era stata effettuata una Tac alla testa presso il San Matteo di Pavia dalla quale sono stati recuperati i dati per fare la ricostruzione forense della testa mummificata di un ragazzo vissuto nell’Antico Egitto nel I-II sec. d.C. e la replica 3D in scala 1:1 della testa stessa.La prima restituisce l’immagine di questo giovane egizio, mentre la seconda potrà essere toccata permettendo a tutti di provare la curiosa esperienza di toccare una mummia.Nella giornata saranno presentate le ricerche scientifiche ed i risultati degli altri musei facenti parte del Sistema Museale, ossia Il Museo di Storia Naturale, Il Museo di Storia dell’Università ed il Museo della Tecnica Elettrica. Il programma prevede alle 10 del mattino presentazione dei lavori, 10.45-11.15 visita guidata gratuita al Museo di Archeologia; 11.15-11.45 visita guidata gratuita al Museo per la Storia dell’Università. Brindisi offerto dall’azienda Olmo Antico – Borgo Priolo (Pv). Nel pomeriggio (ore 14.30-17-30), come ogni primo sabato del mese, vi saranno visite guidate ai musei.
In foto: Vittoria Oglietti e Sabina Malgora con la ricostruzione del volto della mummia, appena arrivata dagli Stati Unti. Foto di Anna Badino