CASALE – Romana lascia l’Afeva. L’annuncio sarà dato giovedì alle 17,30 durante l’assemblea pubblica nel salone del Parco del Po. Romana Blasotti Pavesi annuncerà che non ce la fa più a continuare a rivestire il ruolo di presidente dell’Associazione Famigliari e Vittime Amianto. Per 27 anni è stata il simbolo vivente che ha fatto il giro del mondo, persino nei villaggi dell’Amazzonia. Adesso è stanca. Pesano gli anni, 86 anni il 3 marzo, ma pesa di più la sentenza della Corte di Cassazione, che ha buttato nel cestino della prescrizione il maxiprocesso Eternit.
«Da quella sera a Roma, sto male» confida. «Verdetto ingiusto. È stata una grande ingiustizia – dice con amarezza – Che, poi, mi domando: cosa vuol dire ingiustizia? Cosa mi sarei aspettata? Eh, non è facile!». «Ci hanno tagliato fuori. Come faccio – dice a voce alta – ad accettare che non c’è stata giustizia per le vittime? Che, per via della prescrizione, sono come “sparite”? Ma quei giudici sapevano bene che cosa è accaduto a Casale? La loro sentenza ci ha tagliato fuori». Non si da pace «La Romana» che, quando, nell’88, fu nominata presidente Afeva, era una «vedova dell’amianto». Poi, nel ’90 ha perso la sorella, e il figlio di sua sorella, una cugina e, nel 2004, la figlia Maria Rosa. Tutti di mesotelioma. «Sono contenta di aver lottato come ho lottato e, se tornassi indietro, rifarei quello che ho fatto, grazie a quanti hanno condiviso con me questo cammino difficile e testardo». E aggiunge: «Sento molto la vicinanza della gente, è un dono meraviglioso, più di qualsiasi medaglia». Adesso tocca agli altri proseguire e combattere questa lotta.
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