Anche in provincia di Alessandria la raccolta del riso ha subito un calo ad oggi stimato della produzione pari a circa il 30% a causa dagli effetti del meteo pazzo, in un momento in cui l’aumento record dei costi per energia e gasolio, provocato dalla guerra in Ucraina, sta devastando i bilanci delle aziende agricole. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Alessandria divulgata in occasione dell’inizio della campagna risicola, con il via alle prime trebbiature su tutto il territorio.
La provincia di Alessandria conta una produzione risicola pari a circa 8.000 ettari, per una produzione di 568.338 quintali, concentrati nella zona del Casalese rappresenta un tassello che va ad inserirsi nei numeri importanti a livello italiano dove gli ettari coltivati sono 217mila con 9 risaie su 10 concentrate al nord, fra Piemonte e Lombardia.
“A pesare su questa annata è, da un lato, l’esplosione dei costi energetici con aumenti record che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio e, dall’altro, la siccità poiché negli anni è mancata la prevenzione e l’attenzione a progettare infrastrutture per lo stoccaggio dell’acqua. Per questo con l’avvio del taglio del riso, si prevedono perdite di raccolto del 30% – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Intanto, è arrivato il via libera in Conferenza Stato Regioni al decreto del Mipaaf che stanzia 15 milioni di euro fino ad esaurimento per i risicoltori italiani a parziale ristoro dei maggiori costi sostenuti a seguito della crisi causata dalla guerra in Ucraina, del livello record raggiunto dai prezzi delle materie prime energetiche e anche in considerazione della siccità che ha compromesso le produzioni”.
In Italia oltre il 70% del riso importato è oggi a dazio zero. Un esempio è il Myanmar, che è tra i primi fornitori del nostro Paese con 72,5 milioni di chili nei primi sei mesi del 2022, ben 24 volte di più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente con un trend favorito dalla scadenza della clausola di salvaguardia con la quale si erano bloccate le agevolazioni tariffarie concesse al Paese asiatico e alla Cambogia che ha più che raddoppiato le sue esportazioni verso l’Italia.
“Per sostenere il settore bisogna anche lavorare sugli accordi di filiera come strumento indispensabile per la valorizzazione delle nostre produzioni e per un’equa distribuzione del valore lungo la catena di produzione – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Non va dimenticato che sul nostro riso grava, poi, la concorrenza sleale delle importazioni low cost dai paesi asiatici che vengono agevolate dall’Unione Europea nonostante non garantiscano gli stessi standard di sicurezza alimentare, ambientale e dei diritti dei lavoratori. Bisogna tutelare la nostra risicoltura e questo deve essere un obiettivo primario per l’Europa visto che abbiamo un prodotto che si distingue per sicurezza nella produzione e qualità, rispetto a quello importato dall’Asia a basso costo, frutto di soprusi”.
E’ necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri di qualità e di dignità dei lavoratori: dietro ad ogni alimento, italiano e straniero, in vendita sugli scaffali ci deve essere la garanzia di un percorso tracciabile che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore.