ALESSANDRIA – Le intense piogge di questi giorni che stanno interessando il Piemonte e la provincia di Alessandria riportano in primo piano l’attenzione sul rischio idrogeologico e al fatto che il problema venga affrontato molte volte solo ‘in fase di emergenza’: inaccettabile, poiché in Italia 9 comuni su 10, quindi il 93,9%, sono situati in zone a rischio frane e smottamenti.
La causa principale di questo dato allarmante è da ricercare nel consumo di suolo, una battaglia che Coldiretti sta portando avanti da anni per accelerare l’approvazione della legge che giace da tempo in Parlamento e che invece potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia proprio per proteggere il territorio.
Ora, proprio la riduzione del consumo del suolo è tra gli interventi indicati ai Paesi membri dalla proposta della Commissione per una ‘direttiva sul monitoraggio e la resilienza del suolo’ su cui è stato raggiunto un accordo politico tra il Parlamento e il Consiglio il 10 aprile.
“Un passo avanti a tutela del territorio e delle aree svantaggiate – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Nell’ultimo mezzo secolo è stata cancellata una superficie agricola pari a 12 milioni di campi da calcio. E l’effetto è stato devastante non solo per la produzione agricola, ma anche per il dissesto idrogeologico aggravato dalla mancanza di quel prezioso presidio che gli agricoltori, veri custodi della natura, garantiscono. Una situazione allarmante tenendo conto che l’Ispra ha classificato un quinto del territorio italiano ad alto rischio di frana e alluvione”.
Il consumo di suolo fertile è arrivato a “cancellare” 76,8 km quadrati ettari di terreni, alla velocità di 2,4 metri quadrati al secondo. La provincia di Alessandria, con oltre 26.450 ettari consumati incide con un 15,1% su un complessivo regionale di circa 175.000 ettari, dopo Torino e Cuneo.
Ai danni causati dalla cementificazione, si stanno aggiungendo quelli del fotovoltaico selvaggio con la copertura di intere aree agricole produttive con distese di ettari di pannelli a terra.
L’obiettivo, spiega una nota della Commissione, è una legge sul monitoraggio del suolo per garantirne la salubrità a beneficio dei cittadini, degli agricoltori, dei gestori del territorio e dell’ambiente.
“Si punta a rafforzare la resilienza dei suoli alle catastrofi naturali e agli eventi meteo estremi – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Una sfida importante che impatta sulla catena alimentare e sull’economia in generale. L’agricoltura italiana è green, variegata, punta sempre più a progetti di filiera volti a valorizzare i prodotti locali, al biologico, alla difesa e alla tutela della biodiversità e sostenibilità e su questa scia è necessario continuare a lavorare offrendo sempre più possibilità, soprattutto ai giovani, di incrementare l’economia dei territori. Per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono è prioritario difendere il patrimonio agricolo e la disponibilità di terra fertile”.
La Direttiva lascia agli Stati membri molta flessibilità per adattare il loro approccio alle condizioni locali del suolo. Tra le altre misure l’istituzione di un quadro di monitoraggio della salute del suolo completo e armonizzato, ma flessibile, con criteri per la salubrità; sostegno ai gestori del suolo per migliorarne la salute e la resilienza; individuazione dei i siti potenzialmente contaminati per eliminare i rischi per la salute umana e l’ambiente nel rispetto del principio “chi inquina paga”.
Secondo la Commissione il 60/70% dei suoli è in cattive condizioni: un miliardo di tonnellate di suolo viene distrutto a causa delle erosioni con una perdita ogni anno della produttività agricola stimata in 1,25 miliardi e costi di oltre 50 miliardi.
La finalità è mettere a disposizione i dati per favorire innovazione e soluzioni tecnologiche per le pratiche agricole e aiutare così gli agricoltori ad attuare i metodi di trattamento più appropriati per accrescere fertilità e la resa del suolo, riducendo il consumo di acqua e nutrienti.