CASALE – Sono trascorsi quarant’anni dalla morte di una signora straordinaria che è stata espressione dell’impegno nella società casalese nel secondo dopoguerra, morta il 24 agosto 1976.
Nata a Villanova il 21-10-1905, Emilia Rabaglino nel 1926 andò in sposa a un giovane ufficiale, Giuseppe Zorzoli, diventato poi generale e con lui ha seguito i numerosi trasferimenti che lo hanno portato a Vercelli, Torino, Firenze, Pavia, Bologna, ecc: in sostanza tredici traslochi. Nel 1954 morì fulmineamente a Bologna il figlio Giovanni, appena 27nne laureando in medicina, e l’anno successivo, essendo andato in pensione dopo una brillante carriera il generale Zorzoli, la famiglia rientrò a Casale, andando ad abitare in via Garibaldi nella zona di Sant’Ilario.
Nel 1955 appena tornata a Casale, fu subito accolta dalla numerosa schiera di signore operose nelle attività sociali e caritative, ed Emilia ne divenne protagonista. La sua giornata iniziava con la Messa al mattino presto, nella chiesa di Sant’Ilario dove era parroco mons. Leandro Rota e poi proseguiva in un susseguirsi di opere buone di cui non è facile stabilire una graduatoria.
Il marito morì pochi anni dopo, il 25-11-1959, poi anche la anziana madre, lasciandola sola con il figlio Cesare. Così si dedicò ancora in maggior misura alle sue attività caritative e sociali.
L’opera che ha avuto maggiormente la sua impronta è stata il C.A.M. (Centro Assistenza Militari), che il cappellano militare mons. Giovanni Sereno aveva fondato nell’immediato dopoguerra e che offriva alle migliaia di reclute delle due caserme casalesi possibilità di incontro, amicizia e aiuto spirituale. Furono assistenti un Padre cappuccino, don Pietro Palena, don Mario Garrone, mons. Felice Moscone e preziosi collaboratori i cappellani militari casalesi presenti nelle due caserme cittadine: don Giovanni Angelino, don Natale Raiteri, don Giuseppe Cesana e sempre il preziosissimo Adolfo Zanatta (fedele emissario della signora Maria Buzzi).
Emilia Zorzoli era di casa all’Ospedale, dove andava continuamente a trovare i suoi soldati ammalati. Dal C.A.M. sono nate ben 28 vocazioni sacerdotali, tra cui anche don Cesana.
Dopo la morte di Emilia Zorzoli, divenne presidente del CAM Maria Buzzi Benazzo, poi Angela Ghetti e infine Rosi Vignola Oglietti.
Il CAM restò attivo fino alla soppressione della leva militare e alla chiusura delle caserme.
La signora Zorzoli era attivissima verso i poveri e gli ammalati: impegnata nella carità con le Dame di San Vincenzo sia in Parrocchia che presso le Suore di via Canina, con i Volontari della Sofferenza di Mons. Luigi Novarese e nei numerosi pellegrinaggi a Lourdes.
Pure attiva nel Convegno Culturale Maria Cristina di Savoia. La sua presenza e la sua coinvolgente attività legò tutte le mogli degli ufficiali in forza a Casale alle espressioni culturali e caritative della Chiesa.
Il Venerdì Santo del 1971 Emilia ebbe un ictus che la paralizzò completamente con gravi difficoltà alla parola e il nuovo Vescovo Mons. Carlo Cavalla Le ottenne l’onorificenza “Pro Ecclesia et Pontifice” che le consegnò in casa dove era inferma nello stesso autunno; morì poi dopo cinque anni di sofferenze, sempre assistita dalle carissime amiche Maria Buzzi, Letizia Busto, Tina Massa, Lina Porro, Sartor e tante altre.
Accettò la sua sofferenza offrendola a Dio per i suoi cari, per la Chiesa, per i Sacerdoti e per ogni opera cui aveva dato tanta parte della sua vita.
Il Parroco di Sant’Ilario Mons. Leandro Rota, ormai anziano ed ammalato, celebrò ancora il matrimonio del figlio della signora Emilia, il dott. Cesare Zorzoli, nel 1974.
Nel 40° anniversario della morte una S. Messa è stata celebrata in suo suffragio mercoledì 24 agosto nella chiesa di San Paolo a Casale.
p.b.