CASALE – Teatro gremito sabato mattina in occasione delle celebrazioni ufficiali per ricordare la Banda Tom, segno che la città è vicina a questo importante anniversario e non dimentica gli orrori vissuti 79 anni fa, in occasione delle sterminio dei giovani partigiani avvenuto il 15 gennaio del 1945, dopo la cattura avvenuta il giorno precedente a Casorzo. Un orrore che più che mai ci è vicino in questi tempi funestati da venti di guerra. Dopo la Messa celebrata in Cattedrale da don Francesco Mancinelli, il corteo cittadino, guidato dai gonfaloni e dalla Filarmonica di Occimiano (numerosi i sindaci con la fascia tricolore) è giunto al Municipale per il ricordo ufficiale degli eventi. L’apertura delle orazioni è stata affidata al vicesindaco Emanuele Capra (assente per influenza il sindaco Federico Riboldi) che ha letto un passaggio dell’opera dello scrittore casalese Gianpaolo Pansa “Ma l’amore no” con evidenti riferimenti alla vicenda della Banda Tom.
A concludere gli interventi, prima del trasferimento in Cittadella, dove un flash mob ha ricordato i tanti conflitti attualmente in corso nel mondo, quello di Fiorenzo Pivetta, presidente del Comitato Unitario Antifascista e del Consiglio Comunale: «Non c’è sacrificio più grande che dare la vita per l’opera di un altro». E lo stesso presidente del consiglio Comunale in Cittadella ha letto ad uno ad uno i nomi dei partigiani che sono ricordati con le lapidi in Cittadella. A coordinare la cerimonia, con la posa delle corone d’alloro e i toccanti interventi musicali de La Filarminica di Occimiano, è stato il presidente degli alpini di Casale Gianni Ravera. A concludere la cerimonia, che ha visto la presenza in Cittadella di oltre 300 persone, fra cui numerosi cittadini, l’intervento del vice sindaco Emanuele Capra: “Siamo qui a ricordare dei giovani ragazzi che oggi potrebbero essere i nostri figli e i nostri fratelli”.