Dal Sindaco di Terruggia Giovanni Bellistri riceviamo e pubblichiamo questa lettera.
Gentile Direttore,
dopo un laborioso iter, che ha visto l’impegno congiunto di molti, il Comitato del Patrimonio Mondiale Unesco attribuisce al territorio delle Langhe-Roero-Monferrato la dignità di patrimonio dell’umanità. Un risultato meritato per un territorio che generazioni di mani prima di noi hanno plasmato con cura e consegnato alla nostra responsabilità di oggi, un patrimonio ricco di arte, cultura e bellezze paesaggistiche, unico al mondo di inestimabile valore.
Naturalmente tutti siamo consapevoli, dal comitato promotore che ha gestito con efficacia questo percorso, che il risultato raggiunto è un punto di partenza e non un punto di arrivo. Una sfida che richiederà coesione e impegno per consolidare un esito che rilascerà benefici proporzionati al lavoro organizzativo che i territori coinvolti riusciranno a mettere in campo in questa fase, prima dell’ufficializzazione della nomina che avverrà entro luglio del prossimo anno.
Nel solco di questo ragionamento, i singoli territori in coordinamento con il comitato promotore, dovranno favorire iniziative tese a sensibilizzare l’opinione pubblica e far sì che l’obiettivo che oggi impegna gli addetti ai lavori diventi obiettivo collettivo.
Per quanto riguarda il nostro territorio, la specificità del riconoscimento è legata alla presenza degli “Infernot” che, generalmente, sono patrimonio privato e non pubblico. Questa singolarità dovrà orientare il lavoro di sensibilizzazione del territorio (Casale Monferrato in sinergia con i Comuni dell’area), da una parte verso i cittadini, e dall’altra verso i proprietari degli “Infernot”. Sensibilizzazione che dovrà svolgersi attraverso una programmazione coordinata di incontri/dibattiti volti a capire la storia del Monferrato, il significato e le implicazioni che scaturiscono dal riconoscimento di patrimonio dell’Unesco, la conoscenza più consapevole delle ricchezze del nostro territorio, oltre a rendere appetibile l’adesione dei proprietari degli “Infernot” ai circuiti turistici e renderli visitabili.
Il riconoscimento dell’Unesco si aggiunge ad altre opportunità di cui si dibatte da molti mesi: il tema dell’Expo 2015 e quello del bicentenario della nascita di Don Bosco. La concomitanza di tutti questi eventi è certamente un’occasione unica e irripetibile e arricchisce il dibattito sullo sviluppo turistico del territorio. Dibattito al quale, spesso, ho partecipato traendone stimoli e riflessioni. Una, in particolare, si è presentata in modo ricorrente che propongo a conclusione di questa nota.
Casale Monferrato e il suo Territorio in questi anni di perdurante crisi economica, i cui esiti non sono noti neanche ai cosiddetti specialisti, hanno sviluppato questo intenso dibattito volto a individuare nuovi modelli di sviluppo orientati alla cultura e al turismo. È augurabile che questo dibattito non sia mosso soltanto da uno stato di necessità, ma ci sia la consapevolezza che l’imbocco verso nuovi modelli di sviluppo non deve far dimenticare che Casale e molte aree del Monferrato sono state per lunghi decenni centri operai a forte vocazione industriale.
Questa tradizione operaia/industriale deve impegnare tutta la classe politica assieme a quella imprenditoriale del territorio, nel definire le nuove strategie di sviluppo, a individuare forme di riconversione industriale basate su uno sviluppo sostenibile che, da una parte non disperda un patrimonio di grande rilevanza come quello industriale e, dall’altra, cominci a considerare il territorio come risorsa da valorizzare e ritenerlo un asset economico. In altri termini, i tempi sono cambiati ed è fondamentale cogliere tutte le opportunità di sviluppo, consapevoli del fatto che il benessere economico di un territorio è la sommatoria di più fattori compatibili tra loro.
Giovanni Bellistri
Sindaco di Terruggia