CASALE – Il sindaco di Casale scrive all’assessore regionale alla Sanità
«Il Comune di Casale Monferrato, in attesa delle conferme scientifiche ufficiali, vorrebbe fronteggiare tempestivamente il rischio di contagio in primo luogo individuando fra il personale sanitario, socio-assistenziale e dei servizi essenziali i soggetti positivi; in secondo luogo consentendo al personale sanitario e socio-assistenziale contagiato e oramai guarito di poter rientrare in servizio (oggi occorrono non meno di 30-45 giorni); in terzo luogo limitare il problema dei contagi intra-familiari nelle situazioni di quarantena e dei contagi fra gli operatori dei servizi di pubblica utilità».
È questo uno dei passaggi chiave della lettera che oggi, mercoledì 1° aprile 2020, il sindaco di Casale Monferrato Federico Riboldi ha inviato all’assessore regionale alla Sanità chiedendo che la nostra città possa avviare immediatamente la sperimentazione nell’utilizzo di test rapidi sierologi per individuare i soggetti infetti.
Test rapidi che andrebbero in stretta sinergia con l’importante progetto che sta elaborando l’Istituto Mario Negri, con il generoso contributo della Fondazione Buzzi, su una migliore gestione dei pazienti Covid positivi a domicilio.
«Grazie alla grande generosità delle aziende, delle società e dei singoli cittadini – ha sottolineato Riboldi – avremmo la possibilità, almeno nella fase iniziale della sperimentazione, di avere la copertura economica sufficiente. È questa la forza del nostro territorio: non risparmiarsi e permettere alla nostra città di mettere in atto ogni iniziativa utile per fornire supporto sia alla gravissima crisi dei servizi sanitari, sia ai drammatici problemi sociali dei cittadini».
I test rapidi sierologici consentono con il semplice prelievo di una goccia di sangue, di rilevare due valori relativi agli anticorpi utili all’individuazione della patologia: i primi che si manifestano permettono entro 5 giorni di confermare la diagnosi di avvenuta infezione; i secondi permettono dopo 14 giorni di confermare la pregressa infezione e la guarigione.
Come specificato nella lettera inviata alla Regione «L’Istituto Superiore di Sanità ha avviato uno studio approfondito con riscontri positivi, e già molte regioni (ad esempio Toscana e Marche) e molti ospedali italiani li stanno utilizzando; numerosi scienziati di chiarissima fama internazionale hanno espresso pareri positivi (fra gli altri Burioni, Lo Palco, Mantovani) e mi risulta che alcune sperimentazioni siano già in corso in Piemonte con il supporto di due Istituti universitari».
Anche in questa occasione, come ha voluto ricordare il vice sindaco Emanuele Capra «il coinvolgimento fattivo e diretto delle realtà del nostro territorio ci stanno permettendo di essere una città all’avanguardia nella lotta al CoronaVirus. Credo sia doveroso quindi ringraziare, a nome dell’Amministrazione e della città, la Fondazione Buzzi per il contributo che sta dando all’Istituto Mario Negri e i dottori Corrado Rendo e Alessandro Rosso per il supporto scientifico nella stesura del progetto».
«Come ripeto ormai da molte settimane – ha concluso il sindaco Federico Riboldi – insieme ce la possiamo fare!».
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