CASALE (m.b.) – E’ trascorso quasi un mese dall’ultimo “rave-party” di agosto che ha “invaso” per diversi giorni le campagne tra Frassineto, Candia e Terranova e i responsabili del Parco del Po vercellese-alessandrino hanno indetto una conferenza stampa giovedì scorso per precisare competenze e contromisure alla presenza delle rappresentanze di diversi Comuni e del consigliere regionale Domenico Ravetti. “Notevoli sono stati i disagi causati dall’ultimo raduno e ora si teme un incremento di “rave-party” sul territorio a confine tra le province di Alessandria e Pavia, sfruttando in modo strategico i conflitti di giurisdizione tra i vari enti” è questa la segnalazione lanciata dal Presidente Francesco Bove e dal direttore dell’Ente-Parco, Dario Zocco.
Negli ultimi anni si sta assistendo al proliferare di manifestazioni pseudo-musicali che si sviluppano ai margini (ma in qualche caso anche all’interno) delle Aree protette del Po vercellese-alessandrino, che sfuggono ai controlli da parte delle forze dell’ordine, ignorando le più elementari regole di convivenza civile e di rispetto dell’ambiente in cui si svolgono.
Si tratta dei “rave-party”, raduni di centinaia o migliaia di persone provenienti da diverse zone d’Italia e d’Europa, che si possono definire come veri e propri sequestri di porzioni più o meno ampie di territorio, al cui riguardo sia i proprietari dei terreni, sia chi abita nei dintorni delle aree interessate, sia gli habitat e gli animali del luogo, si trovano costretti a subire passivamente i danni e il disturbo durante l’evento e le sue conseguenze. “L’avvenimento che ha interessato il periodo di Ferragosto si può definire un vero e proprio “teknival” (festa della musica tecno) – ha spiegato Bove -; un salto di qualità vista la numerosa presenza di partecipanti da tutta Europa. Le forze dell’ordine si sono mosse in modo oculato, ma questo non basta. Serve una strategia di prevenzione. A questo punto, vista l’escalation di eventi avvenuta negli ultimi due anni, è indispensabile cercare di individuare le contromisure tramite cui arginare il fenomeno, per non trovarsi impreparati la prossima volta (che potrebbe avvenire anche a breve)”.
I punti di partenza proposti dal Parco sono sei: coordinamento delle Prefetture e delle forze dell’ordine, coordinamento dei Comuni coinvolti, coinvolgimento dei proprietari terrieri, coinvolgimento dell’Agenzia Interregionale per il fiume Po (AIPo), sinergia tra le Regioni, sostegno economico ai Comuni per la rimozione dei rifiuti.
“Il maggior coordinamento delle Prefetture coinvolte, dovrebbe evitare i conflitti di competenze, visto che il confine tra Piemonte e Lombardia, peraltro non univoco, non è facilmente individuabile in loco. Questo passaggio dovrebbe preludere al coordinamento delle forze dell’ordine dislocate sul posto, in modo da aumentarne ’efficacia ma soprattutto per cercare di prevenire l’occupazione delle aree. Il coordinamento delle Prefetture dovrebbe partire dalle prime avvisaglie di movimento degli automezzi pesanti che trasportano il materiale per allestire il raduno (impalcature, casse acustiche, ecc…).
Il coordinamento dei Comuni coinvolti, dovrebbe funzionare analogamente a quanto avviene in occasione degli eventi alluvionali. Anche in questo caso l’obiettivo da perseguire dovrebbe essere la prevenzione del fenomeno ponendo attenzione ai primi movimenti degli pseudo-organizzatori. In ogni caso potrebbe essere utile l’emanazione di Ordinanze che vietino questo genere di eventi, da divulgare adeguatamente. Importante anche il coinvolgimento dei proprietari dei terreni agricoli su cui si sono svolti ripetuti rave-party, per individuare modalità efficaci di preclusione all’accesso. L’AIPo è da coinvolgere per quanto attiene l’impedimento al transito degli automezzi sugli argini demaniali, peraltro già oggi vietato ma solo indicato con cartelli di divieto di circolazione. Serve un lavoro sinergico tra le Regioni Piemonte e Lombardia per verificare se esiste la possibilità di regolamentare la materia con provvedimenti più incisivi di quelli oggi esistenti, che sono di difficile applicazione per l’assenza di una figura di riferimento come organizzatore di questi raduni, all’apparenza semi-spontanei. Serve, infine, prevedere forme di sostegno economico, da parte delle Regioni o delle Province, a favore dei Comuni che si trovano a dover affrontare la rimozione dei rifiuti conseguenti ai rave-party, poiché tali interventi possono essere anche molto onerosi e complicati”.
Ora si attende una risposta da parte delle istituzioni preposte. Nel frattempo lunedì pomeriggio i responsabili dell’Ente Parco e dei Comuni interessati hanno incontrato il Prefetto, il Questore e le forze dell’ordine ai quali è stata presentata la situazione critica e delicata, ed è stata condivisa da tutti la necessità di intervenire in via preventiva. Per quanto riguarda i rifiuti abbandonati il Comune di Frassineto Po dovrebbe invitare a breve il proprietario dei terreni a rimuoverli, consapevoli della difficoltà dell’operazione. In questo caso il Prefetto ha invitato tutti a trovare una soluzione al più presto.