Il mondo della comunicazione di oggi si dibatte in un dualismo tra l’opinione consolidata di considerare i mezzi di informazione canali privilegiati per conoscere la realtà quotidiana, e l’altra, invece, sempre più predominante, che pone l’informazione come l’occasione per raccontare una realtà manipolata, con l’ossessione di creare il caso che deve stupire, fino a distorcere realtà.
Questo dualismo pone il lettore medio alla ricerca della verità tra una realtà putativa, quella raccontata dal giornalista, e il bisogno di una realtà oggettiva cui tutti aspirano per vivere in un mondo più addomesticato e comprensibile. Contrapposizione che prima ancora di mettere in conflitto il lettore colloca il giornalista stesso nel conflitto tra l’esigenza di informare e quella di verificare la fondatezza della notizia. Il corretto esercizio del “diritto di cronaca” esige la rigorosa osservanza da parte del giornalista per la verifica e il controllo delle fonti di informazioni e, se necessario, anche alla rielaborazione delle stesse al fine di fugare ogni dubbio o incertezza riguardo alla loro rispondenza più vicina al vero.
Le considerazioni appena descritte appaiono opportune per collocare nel giusto contesto quanto sta succedendo in merito alle reiterate informazioni riguardanti i costi sostenuti dai Municipi Monferrini che un giornale locale sta pubblicando con insistenza da qualche settimana. L’iniziativa ha suscitato, e continua suscitare, molte critiche da parte dei Sindaci e non solo, non tanto per l’iniziativa in se, ma per la scarsa attenzione e la bassissima attendibilità dei dati pubblicati.
Infatti, i dati traggono origine dalla banca dati collocata sulla piattaforma governativa denominata SIOPE, che si prefigge lo scopo di promuovere e migliorare l’accesso ai cittadini sui dati della spesa pubblica. La struttura è in fase di costruzione che al momento raccoglie i dati dei pagamenti delle regioni, delle aziende sanitarie regionali, delle provincie e dei comuni e che, come dichiarato sulla stessa Home Page del portale governativo, trattasi di una prima versione beta, il primo passo di un processo che si svilupperà nel 2015 e negli anni successivi, attraverso una serie di tappe non ancora del tutto pianificate.
Ma quali sono i limiti, le incongruenze più evidenti dei dati pubblicati dal giornale locale nel corso di queste settimane? Di seguito si riportano le osservazioni più palesi, per la cui comprensibilità non è necessario alcun supporto di teorie scientifiche complesse, è sufficiente il buon senso per giustificarle.
- I dati esposti fanno riferimento soltanto alla data del pagamento, senza alcun criterio rispetto al principio di competenza di esercizio, che di solito coincide con l’annualità. Questo limite può, di fatto, ridurre l’incidenza del costo totale annuale se alcuni pagamenti sono rinviati in anni successivi, o anticipati in anni precedenti. Per converso, può aumentare l’incidenza del costo totale annuale se alcuni pagamenti dell’anno in esame afferiscono a residui di anni precedenti.
- I codici disponibili dalla piattaforma attuale, il più delle volte, non consentono di disaggregare i costi nelle varie componenti, che possono includere canoni, manutenzione, infrastrutture, investimenti e altro.
- La definizione dell’indicatore è sempre impostata sull’indice di base del numero di abitanti, per determinare un costo procapite, che non sempre assume un significato coerente. Per esempio, non ha alcun senso suddividere la spesa della mensa scolastica per il numero degli abitanti, ma avrebbe più senso, per esempio, dividerla per il numero di coloro che frequentano la mensa.
- Non sempre i costi rappresentati su SIOPE sono costi per l’amministrazione. Ci sono costi che afferiscono ai cosiddetti servizi di domanda individuale (come per esempio la mensa scolastica), che il comune recupera nella quasi totalità, attraverso le tariffe a carico dei cittadini.
- Non sempre i costi procapite di una certa voce di spesa sono confrontabili in contesti diversi. Per esempio non ha alcun senso confrontare il costo dei servizi scolastici tra un comune che ha il servizio scolastico e un altro che non ce l’ha. Oppure, il confronto del costo dell’illuminazione pubblica riferita a un comune con un numero esiguo di abitanti, ma di grande estensione, con un atro comune che ha un numero più alto di abitanti ma una bassa estensione.
- Il non considerare che alcune voci di spesa gravitano nominalmente su un Comune ma sono sostenute da più Enti, come ad esempio il costo del personale che, visto solo con le semplici graduatorie pubblicate, determina situazioni semplicemente assurde esponendo Amministratori e Personale a facili ironie denigratorie.
Queste e altre considerazioni costituiscono la base per affermare che le informazioni pubblicate non hanno alcun fondamento scientifico. Si prestano al facile dileggio da bar e, certamente, non hanno svolto un buon servizio, né ai comuni -che in questo momento hanno problemi più seri da affrontare- né tanto meno ai cittadini, cui sono propinate notizie poco attendibili che servono soltanto ad aumentare il fossato di sfiducia tra amministrati e amministratori.
I Sindaci dei comuni (in ordine alfabetico): Balzola; Camino; Camagna; Casale Monferrato; Cellamonte; Cereseto; Cerrina; Coniolo; Frassinello Monferrato; Fubine; Gabiano; Giarole; Mirabello; Mombello; Moncalvo; Moncestino; Murisengo; Occimiano; Olivola; Ottiglio; Ozzano; Pontestura; Ponzano; Rosignano; Sala Monferrato; San Giorgio Monferrato; San Salvatore; Serralunga; Terruggia; Treville; Ticineto; Valmacca; Vignale; Villamiroglio; Villanova Monferrato.