Mercoledì delle ceneri ha segnato l’inizio della Quaresima, un tempo cruciale e centrale della vita cristiana in cui siamo invitati a ritornare al Signore secondo le esortazioni del profeta Gioele: «Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni… Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso…» (Gl 2, 12-13). Durante questo «tempo forte» che porta alla Pasqua, culmine dell’anno liturgico, la Madre Chiesa ci propone “tre armi” per la nostra conversione.
– Il digiuno: con l’astinenza dal cibo e varie altre forme di privazioni arriveremo a prendere coscienza delle nostre schiavitù nelle quali, non di rado, affondiamo. È dunque giunta l’ora per uscirne e ritrovare la gioia del Vangelo che salva.
– L’elemosina: con essa impariamo a condividere, a uscire da noi stessi per aprirci all’altro, a chi ha bisogno di aiuto; allora, come promesso dal Signore, la nostra «luce sorgerà come l’aurora» (Isaia 58,8).
– La preghiera: Sant’Agostino dice che il digiuno e l’elemosina sono «le due ali della preghiera». Essa ci aiuta a riconoscere i nostri limiti e a volgere lo sguardo verso Dio che dà senso all’esistenza. Chi prega trattiene e cura il suo legame con il Signore.
In questa prima domenica del nostro cammino verso Pasqua, la liturgia della Parola ci propone due racconti di tentazioni che hanno in comune un unico personaggio: il serpente, il quale ha sempre cercato di sedurre l’uomo e condurlo alla disobbedienza. Nel lusso e nella bellezza del giardino dell’Eden Adamo ha peccato. Ma nell’aridità e nell’austerità del deserto il nuovo Adamo ha vinto le insidie del maligno grazie alla sua fedeltà al Padre. In questa meditazione, ci soffermiamo particolarmente sul Vangelo: “Le tentazioni di Gesù” per imparare da Lui a vincere anche le nostre nella fatica di ogni giorno.
La prima tentazione avvenne nel deserto. Il tentatore suggerisce a Gesù di agire contro la logica stessa della creazione trasformando le pietre in pane. Ma non sono le pietre che diventano pane. Sono i cereali. Pieno di Spirito Santo, Gesù risponde: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”» (Mt,4,4). Infatti, ogni volta che cerchiamo soltanto il nostro pane, i nostri interessi personali senza pensare agli altri, ci allontaniamo dall’ideale cristiano. Occorre dunque condividere il «nostro pane quotidiano», anzi “moltiplicarlo” per venire in soccorso ai più piccoli e agli affamati che incontriamo ogni giorno per le nostre strade.
La seconda tentazione ha luogo «sul punto più alto del tempio» (Mt4,5). Il diavolo dice a Gesù: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù…» (Mt4, 6). Decisa e ammirevole è la risposta di Gesù: «Non metterai alla prova il Signore Dio tuo» (Mt 4,7). Il trionfalismo non è mai cristiano. Quasi sempre, esso consiste nel mettere Dio a servizio dell’uomo e non l’uomo a servizio del Vangelo. Proviamo in questi giorni a fuggire la vana gloria per sviluppare un senso più acuto della diaconia nella Santa Chiesa.
La terza tentazione avviene «sopra un monte altissimo» (Mt4,8) da dove si potevano vedere tutti regni della terra. Il tentatore fa una proposta straordinaria a Gesù. Gli avrebbe dato tutti i regni della terra se avesse accettato di prostrarsi ai suoi piedi. La reazione dell’Uomo-Dio non tarda: «Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto» (Mt 4,10). Qui si può pensare ai primi tre comandamenti del decalogo (Es 20, 1-11). Ancora oggi, il diavolo non smette mai di metterci alla prova. L’idolatria ed il sincretismo sono crescenti. Ma chi ha la fede nel vero Dio Uno e Trino è chiamato a fare completamente affidamento su di Lui ed a mettere i suoi insegnamenti in pratica.
Durante questa quaresima, tempo di preparazione alla Pasqua, l’evento che fonda la nostra fede (1Cor 15, 14), apriamoci alla grazia, e chiediamo l’aiuto celeste affinché sia per noi un momento di fede, di speranza e di carità, virtù teologali che ci aiuteranno ad affrontare e soprattutto a superare i nostri limiti e le nostre debolezze confidando in Colui che con la sua Passione Morte e Risurrezione ha vinto per sempre il male e la morte.
Don Armand Amuaku