Dal 2014 le Province sono diventate organismi di secondo livello, cioè eletti dai rappresentanti dei Comuni (i soli sindaci e consiglieri), anche detti di primo livello (ovvero direttamente dai cittadini).
La competizione di questo mandato, della durata di 4 anni per il ruolo di presidente e 2 anni per il Consiglio provinciale di Alessandria è stata un testa a testa.
A contendersi la carica di presidente erano Domenico Miloscio (centrosinistra) e Luigi Benzi (centrodestra).
I Comuni (dunque sindaci e consiglieri) sono ripartiti in 5 fasce di voto aventi un peso ponderato via via più grande, partendo dalla fascia fino a 3 mila abitanti per arrivare fino agli enti con più di 30mila. Il risultato è stato di 42.314 voti per Benzi e 41.940 per Miloscio, uno scarto pari a una ventina di consiglieri dei Comuni più piccoli o di tre nella fascia sopra i 5 mila abitanti. Il dato più significativo è che Miloscio è risultato anche generalmente maggioritario nelle fasce sopra i 3 mila abitanti, vedendo un risultato dimezzato, rispetto a Benzi, sugli enti più piccoli.
Per quel che riguarda il Consiglio provinciale, costituito da 12 seggi, il risultato uscito delle urne è di una perfetta parità: 6 alla lista di centrosinistra e 6 al centrodestra.
I rappresentanti della lista “Uniti per la provincia di Alessandria e il suo territorio” (centrosinistra) sono: Cesare Chiesa, Sabrina Caneva, Giulia Giustetto, Roberto Scifò, Francesco Gentiluomo e Nicola De Angelis.
I rappresentanti della lista “La provincia dei Comuni” (centrodestra) sono: Giacomo Periocchio, Maurizio Sciaudone, Cristian Scotti, Vincenzo Demarte, Stefano Zoccola e Tatiana Mantovan.
L’affluenza di sindaci e consiglieri è stata pari al 65,2%.
Nel pomeriggio Miloscio ha chiesto il riconteggio delle schede data l’esiguità dello scarto.
Luca Beccaria