CASALE – Sabato 9 febbraio 2019 alle ore 16 al Castello dei Paleologi di Casale Monferrato l’associazione culturale Confraternita degli Stolti in collaborazione con il Comune di Casale ha organizzato un “Tavolo di Lavoro” per riflettere insieme, riunire le idee, valutare proposte e collaborazioni, presentare il piano di lavoro CA’MON e condividere il cammino verso Itaca Monferrato 2019.
CA’MON è un insieme, un progetto culturale di aggregazione di risorse umane ed economiche finalizzato a capire, spiegare e quindi sostenere la crescita del Monferrato e non solo, dal punto di vista sociale e turistico. È un piano di lavoro nato e cresciuto attraverso l’impegno di persone, realtà associative, aziende ed enti che hanno un minimo comune denominatore nell’approccio alla realizzazione dei propri obiettivi: il pragmatismo. CA’MON è prima di tutto fare, insieme, possibilmente con qualità.
Indubbiamente la pianificazione più impegnativa è senza dubbio Itaca Monferrato, evento inserito all’interno dell’undicesima edizione di “Itaca 2019 – migranti e viaggiatori”, il primo e unico festival in Italia che si occupa di turismo responsabile e innovazione turistica. Dopo le due positive edizioni dell’ottobre 2017 e 2018 che hanno visto man mano ingrandire la “famiglia” con la partecipazione di molti soggetti (enti, associazioni, scuole, operatori del settore, aziende agricole, artigiani, cittadini) messi in relazione grazie a questo esperimento, attraverso CA’MON stiamo preparando la terza edizione di Itaca Monferrato, forti dell’esperienza nazionale e del suo “endorsement”.
Nel corso del pomeriggio, oltre gli interventi dei protagonisti di settore, avremo modo anche di ricordare un amico, Roberto Maestri, alla memoria del quale è dedicato il libro “Aleramo e Adelasia” una bella storia d’amore raccontata dal frate domenicano Matteo Bandello e presentata da Carlo Cerrato.
Spiega Max Biglia dell’associazione culturale Confraternita degli Stolti: “Con piacere, ho constatato un incoraggiante evoluzione in ambito turistico e culturale, ma certo, non sufficiente. È una grande scommessa che punta sul territorio, sulle persone, sulle imprese, sui progetti e dove ognuno deve credere in questa logica più moderna e capace di rendere visibile l’identità reale dei luoghi, delle diversità, delle suggestioni e delle peculiarità. Passare dalle parole e dai propositi ai fatti, dove, ognuno di noi, con il proprio carico di responsabilità deve diventare un mediatore del e nel territorio per confezionare la cosiddetta “accoglienza turistica”, partendo da ciò che siamo e da ciò che è il Monferrato. L’esperto ci suggerisce le parole chiave per un progetto di accoglienza: l’ascolto del viaggiatore, la conversazione, l’attenzione, gli spazi, il linguaggio e i gesti, la trasformazione dal contatto alla relazione, la gestione del ricordo. Ingredienti di significato, che vanno coltivati nel modo giusto per togliere quel po’ di polvere e far risplendere quella luce naturale, autentica, che ci appartiene. Valori umani, l’eliminazione di alcune barriere mentali, opportunità e cooperazioni, andando a ricercare anche e soprattutto nel mondo della scuola, dei giovani, una nuova cultura del territorio, partendo da tutto ciò che di buono e bello è stato fatto, dalla vivacità e dalle esperienze allo scopo di unire stimoli e linguaggi diversi.
Ci siamo allontanati con troppa disinvoltura dagli elementi della terra, ed è stato uno degli errori fondamentali della nostra storia recente e ora, a fatica cerchiamo di tornare ad un movimento attento, consapevole e rispettoso per l’ambiente in cui la difesa del territorio è la difesa dell’opera e della vita dell’uomo. Abbiamo non solo il dovere ma l’obbligo di rivedere limiti ed errori, con un impegno dove il fine ultimo è la costruzione, mai la discussione fine a se stessa. Quindi la spinta all’azione concreta”.
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