CASALE – Quattro anni e due mesi di reclusione per Davide Sandalo, tre anni e mezzo per Enrico Drutto: una pena che tiene già conto della riduzione di un terzo per la scelta del rito e che è ben superiore al limite previsto dalla sospensione condizionale. Sono state le richieste della Procura, rappresentata dai Pm Davide Pretti e Francesco Alvino, al termine della prima udienza davanti al Gip di Vercelli, Fabrizio Filice, nel processo che vede accusati di induzione indebita e istigazione alla corruzione, l’ex presidente del Consiglio Comunale e l’ex dirigente dell’Ufficio Economato. Nei guai anche un amico di Sandalo, Ubaldo Omodeo Zorini, arrestato in flagranza di reato mentre ritirava una ‘stecca’ da 5 mila euro per facilitare un appalto relativo ai servizi scolastici.
Una trappola studiata dalla Guardia di Finanza dopo la denuncia presentata dalla ditta che poi vinse l’appalto, la Eurotrend di Francesco Montoro. Zorini fece subito il nome di Davide Sandalo e così le Fiamme Gialle convocarono anche lui: le dimissioni repentine da presidente del Consiglio comunale, seppur opportune, non fermarono né l’arresto né la richiesta di carcerazione domiciliare. Sei mesi dopo si è tenuta l’udienza davanti al Gip, in rito abbreviato, alla quale era presente anche il sindaco Titti Palazzetti in rappresentanza del Comune di Casale che attraverso il difensore civico Esther Gatti si è costituita parte civile nel processo. Messa agli atti anche la delibera della Giunta con la quale Palazzo San Giorgio ha rifiutato l’offerta di risarcimento presentata da Sandalo. Diverse le linee difensive. Di fronte alla flagranza del reato consumato da Ubaldo Omodeo Zorini, gli avvocati Davide Scarpa e Roberto Calleri non hanno potuto far altro che accordarsi con la Procura per una pena di 3 anni di reclusione. Totale estraneità ai fatti contestati, invece, è la linea difensiva dell’avvocato Germano Carpenedo, legale di fiducia di Enrico Drutto, che all’epoca dei fatti era già in pensione ma che anche fosse stato in attività non avrebbe potuto influenzare la gara. Per l’ex dirigente, l’unico a restare a piede libero in questa vicenda, il noto legale casalese ha chiesto l’assoluzione. Completamente diversa la linea adottata da due legali esperti come Stefano Bagnera e Luca Gastini. I due noti avvocati infatti hanno puntato tutto su questioni tecniche e di diritto, rispetto al merito. Per il collegio difensivo, infatti, Sandalo non avrebbe potuto realmente condizionare la gara e quindi il reato era da configurare più come un millantato credito invece che una concussione vera e propria e, in ogni caso, come un reato tentato e consumato. Un’ipotesi che se fosse accolta dal Gip, prevedrebbe per Sandalo, una pena più lieve rispetto a quella richiesta della Procura ma, soprattutto, inferiore ai limiti previsti per la sospensione condizionale della pena. Per ora un risultato l’ex presidente del Consiglio comunale l’ha già ottenuto: il Gip Filice, infatti, non essendo più necessarie misure cautelari, ha revocato a Sandalo la restrizione della detenzione domiciliare.
Dario Calemme