CASALE – Il suo 59° compleanno lo festeggerà in una cella del carcere di Vercelli, Antonio Defeudis, residente a Torino con una lunga striscia di precedenti alle spalle fatta di furti e rapine, iniziata nel 1977, arrestato questa mattina dalla Polizia di Stato in flagranza di reato, per una tentata rapina alle Poste centrali. Ma Defeudis è soltanto un pesce piccolo, il terzo in ordine di grandezza nella banda formata da quattro persone che questa mattina hanno provato ad assaltare il caveau degli uffici di Piazza Cesare Battisti. Al comando della banda, infatti, c’era Vincenzo Pavia, calabrese classe 1955 residente ad Asti, con alle spalle una lunga storia di reati fatta di ben otto omicidi, rapine, rapimenti, estorsioni. Noto membro dell’ndrangheta calabrese e del clan Belfiore, era già incredibilmente fuori da una cella come premio per aver collaborato con la Giustizia per alcune operazioni antimafia. Un delinquente con uno spessore criminale non comune nelle nostre zone. In manette, la prima volta, ci è finito nel 1984 per aver commesso un sequestro di persona.
Il secondo complice, di caratura criminale inferiore, è Pier Giuseppe Flematti, classe 1954, anche lui residente a Torino e con precedenti specifici perpetrati dal 1977. Nello stesso anno nasceva anche il quarto componente della banda, Alessandra Borgna (residente nel biellese) l’unica donna, l’unica incensurata.
LA TENTATA RAPINA
La banda era già attenzionata dalla Squadra Mobile di Torino che da un po’ di tempo monitorava le attività di questo gruppo di malviventi. Ogni loro spostamento era tenuto d’occhio dai poliziotti torinesi che non li hanno mai persi di vista. Nemmeno quando più volte hanno raggiunto Casale, nei giorni scorsi, per fare dei sopralluoghi. Un lavoro importante e certosino che è stato reso possibile, di volta in volta, grazie agli uomini dei presidi sul territorio.
Questa mattina hanno raggiunto la capitale del Monferrato intorno alle 6 del mattino. La donna a bordo di un furgone bianco “pulito”, parcheggiato in via Milano, all’angolo con via Trino, che sarebbe dovuto essere usato per la fuga. I tre uomini, invece, a bordo di una Panda rubata ma che montava una targa “pulita”, rubata e sostituita a una Fiat Punto di un ignaro cittadino torinese. Dopo aver raggiunto l’angolo tra via Vercelli e via Oliviero Capello, Defeudis è rimasto a fare il palo/autista, mentre Pavia e Flematti, alla vista della direttrice, sono scesi dall’auto e gli sono andati incontro. L’obbiettivo era quello di bloccare la donna e costringerla a farla entrare nell’ufficio postale dall’ingresso secondario. Ma fortunatamente, non ci sono riusciti, perché sono stati anticipati dagli uomini della Mobile di Torino, in collaborazione con quelli di Casale e di Alessandria, che li hanno immediatamente bloccati.
Contemporaneamente sono stati arrestati anche il Defeudis e Borgna. Un’operazione fulminea, che ha impiegato ben 16 uomini, e che, considerata l’arma carica e la caratura criminale di Pavia, ha evitato un possibile tragico epilogo.