CASALE – Se in questi giorni di fine esami scolastici vedete per strada gruppetti di adolescenti, smartphone alla mano, che si aggirano per le vie e le piazze della città a cercare qualcosa che a voi risulta invisibile, non preoccupatevi: sono semplicemente a caccia di Pokémon. Pokémon Go infatti è la clamorosa moda dell’estate, una moda globale e virale che sta accomunando i giovanissimi del pianeta e di cui tutti parlano. In pratica è un videogioco di tipo free-to-play basato su realtà aumentata geolocalizzata con GPS, sviluppato da Niantic per i sistemi operativi mobili iOS e Android, creato con la collaborazione di Game Freak, The Pokémon Company e Nintendo. Non ci avete capito niente? E’ normale, non stiamo delirando. Il fatto è che avete più di quarant’anni oppure non avete figli under 20. Semplifichiamo: grazie al supporto del GPS, di una mappa delle città e grazie alla realtà aumentata, i giocatori si trasformano in allenatori di Pokémon virtuali e devono andare in giro per la città cercando di catturare Pokémon (ce ne sono più di centocinquanta di questi pupazzetti teneroni con lo spirito guerriero), acquisendo poteri ed abilità, conquistare palestre e guadagnare soldi per le Poké Ball. Insomma, se siete dei fan dei Pokémon e non vi siete persi una puntata del famoso cartone animato trasmesso in TV alla fine degli anni 90, sapete di cosa stiamo parlando.
COME FUNZIONA LA CACCIA?
Per incontrare dei Pokémon basterà semplicemente camminare per le vie della nostra o di qualsiasi altra città del mondo tenendo l’applicazione aperta, ovvero una variazione di Google Maps, che oltre alle strade reali della propria città mostra anche punti di riferimento inesistenti nella realtà, noti come PokéStop e palestre per Pokémon, e sempre grazie ad essa verrà concesso di catturarli ed allenarli, ma anche di scambiarli con altri allenatori o di lottare contro di essi.
Man mano che i giocatori aumentano di livello si potranno catturare Pokémon più potenti e accedere a strumenti potenziati.
A questo punto potremo decidere se entrare a far parte di una squadra (la squadra Saggezza, la squadra Istinto o la squadra Coraggio) trovare una Palestra Pokémon e sfidare le squadre rivali.
Ecco quindi spiegati i gruppi di ragazzi che corrono alla ricerca di Pikachu, Mew e compagni. Oppure il papà in bicicletta con il figlioletto di 6/7 anni seduto dietro con il telefono in mano a dettare le istruzioni sul percorso da seguire.
Una volta arrivati nel luogo esatto in cui l’animaletto digitale è posizionato, questo risulterà finalmente visibile sulla mappa e sarà a questo punto possibile catturarlo.
Ovviamente, vista la moda imperante, ecco comparire anche la solita pletora di psicologi (non virtuali) che si affrettano ad analizzare il fenomeno Pokémon Go. Perché ha tanto successo? Quali sono gli effetti positivi o negativi del gioco?
Per molti si tratta di una grande notizia per la salute pubblica. Ma non solo quella fisica, visto che si cammina e si corre moltissimo, in quanto il senso di comunità che chi gioca sperimenta, il radunare più persone, può essere un’opportunità per le interazioni sociali e per aumentare il nostro senso di appartenenza a qualcosa, con risvolti positivi per la salute emotiva e mentale.
Trovarsi al campetto con un pallone avrebbe lo stesso effetto, aggiungiamo noi. Ma abbiamo più di quarant’anni, quindi è un giudizio un po’ vecchio stile.
POKESTOP NEI MUSEI
Poi c’è la questione turistica, in quanto i PokéStop sono luoghi, spesso pubblici (come musei o siti turistici) nei quali si possono trovare oggetti virtuali utili a migliorare la propria esperienza di gioco potenziando il proprio equipaggiamento, e anche questi diventano visibili sulla mappa nel momento in cui si trova nel loro raggio. Diverse città o musei e palazzi storici stanno infatti facendo richiesta di ospitare dei PokéStop per incentivare le visite dei giovanissimi. Sperando che i giovanissimi prestino attenzione anche a quadri, statue e monumenti reali e non solo ai pupazzi virtuali.
Uno dei primi in Italia è Palazzo Madama a Torino che addirittura promuove l’iniziativa sul proprio sito Internet: “Il museo ospita diversi PokéStop e i Pokémon si nascondono sui quattro piani del museo. Potete giocare in museo e raccontarci la vostra esperienza su tutti i canali social, e abbiamo preparato per i giocatori anche uno speciale percorso tra le collezioni”.
L’idea di unire la caccia al mostriciattolo virtuale alla scoperta delle bellezze architettoniche delle nostre città è sicuramente interessante, ma non mancano le stranezze e le follie a caratterizzare la Pokémon Summer 2016.
LE POKEMON FOLLIE
Per catturare con i loro smartphone un Pokémon che risultava in mezzo a un lago nella zona del Merseyside, vicino a Liverpool, almeno 20 giovani hanno rubato una barca a remi per dirigersi in mezzo allo specchio d’acqua. Secondo quanto riporta l’Independent, il tutto è avvenuto la scorsa settimana e la guardia costiera del Merseyside ha iniziato a indagare sulla vicenda.
Sempre nel Regno Unito è stato multato un ragazzo che usava l’applicazione mentre era alla guida nelle West Midlands, nel centro dell’Inghilterra (tra l’altro i Pokémon appaiono sugli schermi degli smartphone solo se si “viaggia” a meno di 20 km l’ora). Ma anche in Italia, ad inizio settimana, una pattuglia della municipale di Torino ha sorpreso un 25 enne in motocicletta impegnato in una caccia ai personaggi fantastici e lo ha sanzionato con una contravvenzione da 81 euro (equiparabile, appunto, a quella di chi guida mandando un sms o tenendo in mano il cellulare). Pure dagli Stati Uniti arrivano storie di automobilisti distratti, come documentato da un video diffuso su SkyTg24, con un ragazzo di Baltimora che, distratto dai Pokémon, ha centrato l’auto della polizia.
La notizia positiva è che non è stato crivellato di proiettili.
Tornando in Inghilterra, nel Gloucestershire, un ragazzo ha chiamato il 999, il servizio di emergenza, denunciando che qualcuno aveva ‘rubato’ il Pokemon che lui aveva puntato, mentre in Scozia la polizia ha chiesto ai giocatori dell’applicazione di non correre pericoli salendo sui tetti e correndo in mezzo a strade trafficate: come appunto è già successo più volte sia a Glasgow che a Edimburgo.
In Indonesia invece la questione ha preso addirittura una piega istituzionale.
Il governo ha vietato infatti a militari e poliziotti di intrattenersi con il Pokémon Go durante le ore di servizio.
Un ragazzo neozelandese si vanta addirittura di aver lasciato il suo lavoro per diventare un cacciatore dei 151 Pokémon a tempo pieno. “Volevo un’avventura – ha spiegato il giovane alle televisioni di tutto il pianeta – Ho lavorato per sei anni e desideravo disperatamente una pausa. Pokémon Go mi ha dato la possibilità di vivere quel sogno”.
Ma il top della follia spetta a dei ragazzi in Serbia che hanno scavalcato la recinzione di un campo minato per catturare un Pokémon raro. Roba da Darwin Awards, l’ironico riconoscimento assegnato a qualsiasi persona che abbia aiutato a migliorare il pool genetico umano “rimuovendosi da esso in modo spettacolarmente stupido”.
Nicola Rustichelli