Carissimi diocesani,
con gioia e con affetto di padre e di fratello desidero farvi quell’annuncio che mi urge dentro e che voglio condividere con voi: “Il Signore è risorto! Sì, è davvero risorto”!
Ancora una volta, carissimi, ci è donata chiarezza di luce e di grazia, di speranza, di possibilità di cambiare la nostra storia di uomini che vivono nel recinto della morte; e questa possibilità e ricchezza ci è offerta dalla consapevole partecipazione alla liturgia pasquale che “fa memoria e rende presente” l’evento pasquale. Nessuno ha mai visto Dio: Cristo, il Figlio di Dio che è nel seno del Padre, ce lo ha “raccontato”, ce lo ha “rivelato”… Raccontato e rivelato come Amore, come Misericordia… Sempre il Risorto ci fa conoscere un Dio che è Misericordia, ma soprattutto in questo Anno Giubilare, Anno Santo della Misericordia!
Ascoltiamo le parole di papa Francesco: «È proprio di Dio usare misericordia e specialmente in questo si manifesta la sua onnipotenza». Le parole di san Tommaso d’Aquino mostrano quanto la misericordia divina non sia affatto un segno di debolezza, ma piuttosto la qualità dell’onnipotenza di Dio. È per questo che la liturgia, in una delle collette più antiche, fa pregare dicendo: «O Dio che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono». Dio sarà per sempre nella storia dell’umanità come Colui che è presente, vicino, provvidente, santo e misericordioso. “Paziente e misericordioso” è il binomio che ricorre spesso nell’Antico Testamento per descrivere la natura di Dio. Il suo essere misericordioso trova riscontro concreto in tante azioni della storia della salvezza dove la sua bontà prevale sulla punizione e la distruzione. “Eterna è la sua misericordia”: è il ritornello che viene riportato ad ogni versetto del Salmo 136 mentre si narra la storia della rivelazione di Dio. In forza della misericordia, tutte le vicende dell’antico testamento sono cariche di un profondo valore salvifico.
La misericordia rende la storia di Dio con Israele una storia di salvezza. Ripetere continuamente: “Eterna è la sua misericordia”, come fa il Salmo, sembra voler spezzare il cerchio dello spazio e del tempo per inserire tutto nel mistero eterno dell’amore. È come se si volesse dire che non solo nella storia, ma per l’eternità l’uomo sarà sempre sotto lo sguardo misericordioso del Padre. Prima della Passione Gesù ha pregato con questo Salmo della misericordia. Mentre Egli istituiva l’Eucaristia, quale memoriale perenne di Lui e della sua Pasqua, poneva simbolicamente questo atto supremo della Rivelazione alla luce della misericordia. Nello stesso orizzonte della misericordia, Gesù viveva la sua passione e morte, cosciente del grande mistero di amore che si sarebbe compiuto sulla croce. Sapere che Gesù stesso ha pregato con questo Salmo, lo rende per noi cristiani ancora più importante e ci impegna ad assumerne il ritornello nella nostra quotidiana preghiera di lode: “Eterna è la sua misericordia”».
Dacché mondo è mondo, l’unica cosa “nuova” –davvero e radicalmente nuova- in cui sperare, di cui illuminarsi, è la Risurrezione del Signore. Risurrezione destinata ad essere non solo sua ma comunicabile ad ogni uomo. Da allora anche noi crediamo ed attendiamo la “risurrezione della carne, la vita eterna”.
Dopo la Risurrezione tutto deve “risorgere”, tutto deve cambiare: giudizio, pensieri, propositi, prospettive; per un’economia di vita e non di morte. Uomini liberi e nuovi, appunto. Un’umanità nuova chiamata a vivere nell’amore, nella misericordia
Sia a tutti di grandissimo conforto la preghiera di Gesù al Padre a favore dei suoi discepoli: “Voglio che tutti quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria” (Giovanni, 17,24).
Lode e gloria a Te, Cristo.
morto e risorto per la nostra salvezza,
per la nostra risurrezione! Alleluia!
Buona Pasqua!
† Alceste Catella, vescovo