La designazione della città di Parma quale Capitale Italiana della Cultura del 2020 premia il lavoro di squadra fatto egregiamente che ha saputo valorizzare un percorso, in un qualche modo già tracciato dalle evidenti potenzialità artistiche e culturali della città; lavoro di squadra che ha coinvolto non solo le diverse componenti “parmigiane”, ma ha stretto alleanza anche con le vicine città emiliane, Reggio Emilia e Piacenza, anch’esse tra le finaliste. Seppur dispiaciuti della sfumata vittoria di Casale Monferrato a Capitale Italiana della Cultura 2020, merita ricordare il secolare legame storico religioso tra Casale Monferrato e Parma. Infatti Papa Pasquale II nello storico viaggio tra il 1106 e il 1107 consacrò il Duomo di Parma dedicato a Santa Maria Assunta e quello di Casale dedicato a Sant’Evasio ed entrambi per il 900° anniversario della consacrazione ebbero grandi festeggiamenti, ricordati anche con due francobolli commemorativi delle Poste Italiane. Le due cattedrali, in stile romanico con la facciata del tipo a capanna, hanno richiami simili nelle trifore. Una ulteriore vicinanza è avvenuta nel secolo scorso, grazie alla figura del Vescovo Mons. Evasio Colli, di origini luesi, ivi nato l’8 maggio 1883 consacrato Vescovo da Mons. Albino Pella il 20-11-1927, che fu Vescovo ad Acireale fino al 7-5-1932, quando fu trasferito a Parma fino alla morte, avvenuta il 13 -3-1971 all’età di 87 anni. Durante il suo episcopato venne costruita la chiesa parrocchiale di Sant’Evasio, che si trova in via mons. Colli 12, e attualmente conta 4.500 abitanti. Negli anni Novanta il Priore dell’Arciconfraternita di sant’Evasio di Casale, cav. Angelo Rottigni, portò a Parma, per essere conservata nella chiesa di Sant’Evasio, una preziosa reliquia del Santo Patrono. Di Mons. Colli si ricorda che giovane sacerdote fu viceparroco ad Occimiano e a San Germano, e da lì talvolta celebrava la S. Messa nella chiesa di Pozzo Sant’Evasio.
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