CASALE – Non c’è dubbio che l’inaugurazione del Parco Eternot dovesse essere di altissimo profilo. Doveva esserlo per il significato intrinseco che possiede questo parco, metafora della vita che sconfigge la morte.
Le risa e la gioia dei bambini che attenueranno le lacrime per le migliaia di vittime che ha causato l’Eternit e che continua a mietere l’amianto.
«Un parco che è monumento vivente al coraggio e alla determinazione di una comunità che ha compiuto negli anni una strenua battaglia, significativo esempio di un atto di resilienza collettiva, capace di affrontare e superare un evento traumatico facendo appello a tutte le risorse possibili», ha commentato il sindaco Titti Palazzetti.
Doveva esserlo per l’importanza di un progetto costato, negli anni, oltre quattro milioni di euro, e che ha impegnato cinque amministrazioni.
Un cerimoniale ricco e complesso, al quale hanno partecipato molte autorità, tra cui il Ministro di Giustizia Andrea Orlando, in rappresentanza dello Stato che non ha abbandonato la Città nella lotta contro Schmidheiny e che si è costituito Parte civile anche nel processo Eternit-bis. Presente anche il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, l’Anci, le sigle sindacali, l’Afeva e Sante Bajardi, il primo assessore regionale che con lungimiranza capì la tragedia del mesotelioma pleurico e per primo finanziò la ricerca.
Un programma forse troppo articolato che è durato oltre quattro ore dall’accoglienza a Palazzo San Giorgio, fino all’inaugurazioni delle installazioni.
Ne hanno fatto le spese le quattro persone colte da malore durante gli interventi delle autorità, per le quali è stato necessario l’intervento dei sanitari del 118, e gli alunni delle scuole, che dopo ore sotto al sole sono stati un po’ snobbati (comprensibilmente visto l’ora tarda ed il gran caldo), dal serpentone di politici ed autorità.
Il taglio del nastro è stato effettuato dal sindaco Titti Palazzetti, affiancata da Lialia Coppo, vedova di Riccardo, dai nipotini del compianto sindaco Paolo Mascarino e, idealmente dall’ex sindaco Giorgio Demezzi, presente a Palazzo San Giorgio ma assente alla seconda parte della cerimonia, a rappresentare un progetto che ha unito trasversalmente diverse amministrazioni.
La cerimonia è stata preceduta dalla benedizione impartita dal Vescovo Alceste Catella.
«Questo parco è un memoriale. Perché la parola ‘memoriale’ nella cultura dell’ebraismo e in quella cristiana significa un atto celebrativo inteso a rendere presente il passato per aprirsi al futuro. Nella parola ebraica che dice ‘memoriale’ vi è il richiamo alla cicatrice, cioè qualcosa di concreto che rende presente il passato ma, nel medesimo tempo, dice di una guarigione che apre al futuro – ha proseguito mons. Catella, per il quale il nuovo parco – rende presente il passato ma, nello stesso tempo, è esperienza di passaggio. Per Casale Monferrato e la sua gente – ha concluso il Vescovo – questo richiamo attesta quanto già sta avvenendo: il cammino insieme, lo sforzo comune, secondo le diverse competenze e responsabilità, perché il passaggio – che non dimentica il passato ma che si apre al futuro – a mano a mano si avveri».
«Il 10 settembre 2016 resterà una data storica nella vita della nostra città, come lo fu il 1907 quando l’Eternit aprì per la prima volta i suoi cancelli ai lavoratori casalesi – ha commentato il sindaco Palazzetti nel day after all’inaugurazione – Dal 1907, oggi, per la prima volta i nostri giovani potranno dire ai propri figli e nipoti: “Guarda, qui al posto di questi alberi, di questi viali, una volta c’era un luogo in cui era pericoloso anche solo respirare”. La presenza delle Istituzioni al nostro fianco ci ha confortato, ma soprattutto la partecipazione dei cittadini è stata il segno di una città che ha il coraggio e la volontà di proseguire nella battaglia di civiltà e di giustizia. Insieme alla bonifica continueremo a impegnarci per la ricerca contro il mesotelioma, proteggendo in ogni modo e potenziando l’UFIM, che già costituisce un’eccellenza nazionale. Il mio grazie sincero va all’AFEVA per quanto ha fatto e continua a fare, e un abbraccio affettuoso a Romana, che ci rappresenta tutti con dignità, determinazione e coraggio. Buon lavoro a Gea Casolaro ed a tutti coloro che vorranno prendersi cura del monumento Vivaio Eternot, fatto di Davidie che cresceranno, fioriranno e partiranno da Casale per premiare con la poesia chi si impegna nella lotta all’amianto, sostituendo, così come fa il Parco, all’immagine del dolore quella della vita che resiste. Il Parco deve essere frequentato, vissuto e visitato da tutti, per ciò che rappresenta il luogo in cui sorge, per l’oggettiva riqualificazione urbanistica che ha realizzato nel quartiere Ronzone e per l’attenzione al diritto alla salute di cui è testimonianza. Se Casale Monferrato è stata finora la città simbolo della lotta all’Amianto, presto diventerà la prima città libera dall’amianto, capace con la stessa determinazione di promuovere un nuovo sviluppo economico e sociale».
Dario Calemme
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