Riceviamo e pubblichiamo:
È del gennaio 2021 la notizia dell’accorpamento delle aree protette del Po in un unico Parco del Po piemontese, che dal confine con la provincia di Cuneo si dirama fino al confine lombardo all’altezza di Valenza.
Casale, assieme a Torino, è uno dei maggiori centri urbani affacciati sul corso del Po piemontese. La Capitale del Monferrato non può fare a meno di tenere il fiume in debita considerazione.
Partiamo da questo termine: “capitale”. Cos’è una capitale? È un centro, un polo attrattore di energie e coordinatore di azioni, come lo è appunti un “capo”, una “testa”. Ed effettivamente “Casale in testa” è stato il motto con cui l’attuale amministrazione ha condotto la sua campagna elettorale. In questo solco si inserisce un’iniziativa di rinnovare l’insegna posta all’ingresso della città, che definisce Casale la “Capitale del Monferrato”.
Benissimo, ma si deve fare di più.
Si dovrà stabilire la sede principale del nuovo ente parco: perché non insistere per portarla a Casale? Cosa si sta facendo a riguardo? Cosa ne pensa la Regione?
Un ente così prestigioso sarebbe un vanto per la città, e se è vero che una città si definisce anche per la sua capacità di attrarre gente dall’esterno, la sede dell’Ente parco sarebbe un elemento catalizzatore in grado di far uscire Casale da quell’isolamento in cui sta man mano sprofondando, attribuendo una rilevanza regionale (e nazionale, perché la tutela dell’ecosistema è di competenza dello Stato) alla nostra città.
E perchè non proprio al Castello dei Paleologi, in uno degli ambienti ancora da restaurare non destinato alla musealizzazione?
Vale la pena insistere su questo tema, e ci piacerebbe come cittadini monferrini veder realizzate le proposte di cui sopra nei prossimi anni.
Casale Insieme
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