Con un gesto dettato dal cuore, Papa Francesco il 15 marzo pomeriggio, terza domenica di Quaresima del 2020, esce dal Vaticano e va a pregare in due chiese di Roma per invocare «la fine della pandemia». Non solo. Regala centomila euro alla Caritas italiana e moltiplica i gesti di vicinanza al popolo sofferente.
Angelus di domenica 15 marzo – «In questo momento sta finendo a Milano la Messa che l’arcivescovo celebra nel Policlinico per ammalati, medici, infermieri, volontari. L’arcivescovo è vicino al suo popolo e vicino a Dio nella preghiera». Rammenta la fotografia di mons. Mario Enrico Delpini, metropolita ambrosiano, che sul tetto del Duomo prega «O mia bela Madunina che te dominet Milan». In tutte le diocesi si è pregato e si prega. A Torino l’arcivescovo Nosiglia e la sindaca Appendino pregano nel santuario della «Madonna della salute, salus infirmorum». Il Pontefice ringrazia «i sacerdoti e la loro creatività: pensano mille modi di essere vicini al popolo perché non si senta abbandonato; sacerdoti con lo zelo apostolico, che hanno capito che in tempi di pandemia non si deve fare “don Abbondio”».
Maria «Salus populi romani» – Nel pomeriggio di domenica 15 prega davanti a «Maria salus populi romani» nella basilica di Santa Maria Maggiore, dove si reca anche prima e dopo ogni viaggio internazionale. Fa un tratto di via del Corso a piedi e va nella chiesa di San Marcello al Corso, davanti al Crocifisso miracoloso. Invoca la fine della pandemia in Italia e nel mondo; implora la guarigione dei malati; ricorda le tante vittime; chiede che familiari e amici trovino «consolazione e conforto»; invoca le benedizioni divine su medici, operatori sanitari, infermieri e quanti lavorano per i malati e per il funzionamento della società. Nel 593 Gregorio I – San Gregorio Magno (Papa 590-604) – portò in processione il quadro della Madonna per far cessare la peste. Nel 1837 Gregorio XVI l’ha invocata per far finire il colera, quello che nel 1835 aveva colpito Torino dove il Municipio fece erigere la colonna in piazza Consolata, a fianco del santuario: il voto aveva visto protagonisti i venerabili Carlo Tancredi Falletti di Barolo e la moglie Giulia.
Nella chiesa di San Marcello al Corso si venera il crocifisso in legno del XV secolo, che salvò la città dalla peste. Quel crocifisso – ricordano i media vaticani – «abbracciato da Giovanni Paolo II, segnò il culmine della “Giornata del perdono” nel Giubileo 2000». Il 23 maggio 1519 un incendio distrugge completamente la chiesa ma dalle macerie si salva il crocifisso. Nel 1522 Roma, colpita dalla «Grande peste», porta il crocifisso in processione, vincendo i comprensibili divieti delle autorità. La processione verso la basilica di San Pietro dura 16 giorni (4-20 agosto): a mano a mano che procede, la peste regredisce e al rientro a San Marcello il morbo è cessato. In ogni Anno Santo si ripete la processione San Marcello-San Pietro e sul retro della croce sono incisi gli anni dei Giubilei e i nomi dei Pontefici che li hanno celebrati.
Centomila euro alla Caritas italiana, tramite il Dicastero per lo Sviluppo umano, come primo soccorso nell’emergenza coronavirus: «La somma vuol essere un’immediata espressione del sentimento di spirituale vicinanza e paterno incoraggiamento del Papa verso tutti quei servizi essenziali a favore dei poveri e delle persone più deboli e vulnerabili della società che le Caritas diocesane e parrocchiali assicurano». L’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica e la Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, titolari della gestione degli immobili della Santa Sede, sono disponibili ad accogliere richieste di riduzione temporanea dei canoni di locazione commerciale. La decisione in considerazione della particolare sofferenza economica dei commercianti.
In un messaggio il Dicastero per lo Sviluppo umano, presieduto dal cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, rinnova la vicinanza della Chiesa a coloro che soffrono, alle vittime e alle famiglie, agli operatori sanitari. Incoraggia le strutture sanitarie laiche e cattoliche, nazionali e internazionali, «ad attuare tutti gli sforzi». Soprattutto teme che tante Nazioni, con sistemi sanitari deboli, «vengano sopraffatte: bisognerà rafforzare la solidarietà, la vicinanza, l’amicizia». L’emergenza evidenzia gravi disuguaglianze: risorse economiche, servizi sanitari, personale qualificato, ricerca scientifica. «Questo è un tempo per comprendere e vivere la fratellanza; un tempo nel quale la solidarietà necessita di essere incarnata. L’impegno per contenere l’epidemia sia accompagnato dall’impegno per la riconquista della vita, la sconfitta della paura, il trionfo della speranza».
Senza fedeli le celebrazioni della Settimana Santa: lo comunica la Prefettura della Casa Pontificia. Fino a Pasqua, domenica 12 aprile, le udienze generali e le recite dell’Angelus del Papa «sono fruibili in diretta streaming sul sito ufficiale di Vatican News. Le celebrazioni sono tutte confermate: si studiano le modalità di attuazione nel rispetto delle misure di sicurezza».
Pier Giuseppe Accornero