CASALE – Massimiliano Ammenti, 51 anni, reo confesso dell’omicidio pluriaggravato, anche dalla premeditazione, del collega Andrea Juvara, resta in carcere. Lo ha stabilito il Gip di Vercelli Giulia Pravon dopo l’udienza di convalida dell’arresto. A far pendere l’ago della bilancia verso una misura cautelare più restrittiva, non sarebbe stato il pericolo di fuga, quanto quello di reiterazione del reato. Ammenti potrebbe uccidere ancora? L’unico conto in sospeso era quello con il medico del 118? Di certo il movente dell’omicidio è da legare al rancore covato nei confronti del giovane rianimatore. «Mi prendeva in giro, ero sempre bersaglio dei suoi commenti», aveva riferito dopo l’arresto. Un comportamento, quello di Juvara, che si è poi scoperto che aveva uno scopo nobile. Quello di aiutare quel collega “un po’ strano” facendolo sentire uno del gruppo. La strada che intraprenderà il suo difensore di fiducia, l’avvocato Stefano Bagnera, sarà quella della perizia psichiatrica. Non c’è alternativa. Lo stesso Pm Roberta Brera, dopo la confessione, si è preoccupata che il proprio indagato avesse la capacità di sostenere il processo. Era strano. Lo dicevano tutti. Resta qualche perplessità attorno al fatto che una persona che avesse così evidenti “disturbi”, lavorasse con regolarità per il servizio 118 dell’ospedale. Bagnera si è limitato a confermare che «la confessione è stata ampia e supportata da elementi che hanno trovato riscontro nelle indagini», ma sulle motivazioni del gesto resta «il riserbo più assoluto, in quanto le circostanze riferite dall’indagato, relative all’ambiente di lavoro e ai rapporti personali con la vittima, dovranno essere riscontrate e vagliate anche alla luce di accertamenti peritali di natura psichiatrica». Nei giorni successivi al funerale è stata rinvenuta anche l’arma del delitto. Durante la confessione dopo il fermo Ammenti aveva ammesso di averla gettata nel tragitto tra la casa della vittima e quella della sua infanzia a Novi Ligure. E dopo diversi giorni di ricerche i Carabinieri hanno ritrovato il coltello da cucina utilizzato per infierire sul corpo di Juvara con dodici fendenti.